di Sauro Legramandi
Il golf e lo sport da ieri sono più poveri. Lo sono dopo la morte a 87 anni di Lee Elder. Uno sconosciuto per molti ma fortunatamente non per tutti. Nel 1975 Lee Elder è stato il primo golfista di colore a giocare l’Augusta Masters, la gara più tradizionalista sulla faccia della Terra. Per questo fu ripetutamente minacciato di morte. Per rendere l’idea il Masters Tournament sta al golf come Wimbledon sta al tennis.
Nel 1974 questo professionista nato a Dallas nel 1934 vinceva la sua prima gara sul PGA Tour, il Monsanto Open. L’anno seguente quindi Lee non poteva non essere chiamato ad Augusta (al Masters si partecipa solo dietro invito scritto), nello Stato americano della Georgia. Tiger Woods non era ancora addirittura nato e vedere un giocatore afroamericano nel tempio bianco del golf suonava come un’eresia.
Non c’erano i social a fare da detonatore anonimo ma le minacce di morte non mancarono. Due in particolare furono gli aspetti eloquenti della sua prima volta ad Augusta. Il primo: Elder affittò due case nelle vicinanze di Magnolia Lane, indirizzo del circolo dove si gioca il Masters. Il doppio domicilio era necessario per non far sapere dove dormiva ogni sera a chi lo voleva morto.
“Il tuo killer dietro ogni albero in campo”
La seconda circostanza è ancora più emblematica del clima che si respirava in quel Masters. Nel 2005 Elder raccontò alla CNN di aver ricevuto alla vigilia della partenza un’esplicita minaccia. Il messaggio recitava “Controlla bene dietro ad ogni albero in campo”. Della serie: chi ti ucciderà potrebbe essere ovunque.
Con il razzismo questo giocatore imparò presto a convivere. Prima di giocare un torneo (già da professionista), Lee fu costretto a cambiarsi nel parcheggio di un circolo perché l’accesso ai neri era vietato. Un’altra volta uno spettatore raccolse la sua pallina in gara e la gettò lontano, nelle erbacce.
Con queste premesse e la Storia ad attenderlo, Lee Elder chiuse i primi due giri della sua vita all’Augusta Masters in 74 e 78 colpi. Quindi taglio non superato e arrivederci gara. Ma poco importa visto che di quel giorno se ne parla oggi e per sempre.
Elder giocò altre quattro volte al Masters (miglior piazzamento il 17esimo posto del 1979). In totale in carriera ha disputato 448 gare sul PGA Tour, vincendone cinque. E’ stato anche il primo golfista di colore a disputare una Ryder Cup (1979).
Proprio ad Augusta nell’aprile 2021 l’ultima apparizione sul green a 87 anni, attaccato alla macchina che l’ha aiutato a respirare in questi anni. Con Jack Nicklaus e Gary Player ha aperto il Masters Tournament in qualità di honorary starter. Quel giorno tutti ad acclamarlo, compresi forse i nipoti o pronipoti di chi lo voleva ammazzare quarant’anni fa.
Lee Elder e le scommesse (vinte) con i bianchi
Elder era nato a Dallas il 14 luglio 1934, a nove anni perse papà – ucciso in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale – e mamma. Tre anni dopo si trovò a spostarsi da un ghetto all’altro prima di essere mandato a Los Angeles, in California, per vivere con sua zia. Lì la scoperta del green da giovanissimo. Poi anni da caddie e la prima vera gara giocata solo a 16 anni. “Mi guadagnavo da vivere sfidando giocatori bianchi del circolo – ha ricordato molti anni dopo – che non credevano che un nero potesse batterli. Una volta ho chiuso nove buche in 38 colpi giocando su una gamba sola, un’altra in 41 giocando in ginocchio”.
Ovunque tu sia buon golf Lee.
PS – Tiger Woods ha da sempre una sorta di devozione per Lee Elder.
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