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La email – Il golf non si svenda

In attesa di tornare alle gare, tanti circoli di golf “incassano l’incassabile” abbassando le tariffe a livelli inverosimili. L’amico Paul dice la sua. Che ne pensi?


Di Paul Fischnaller

Come di sicuro avrete notato, il tema dei costi per poter iniziare e giocare a golf rimane sempre di attualità. Tanti circoli non se la passano bene in fatto di gestione amministrativa e manutenzione dei campi ma l´unica idea che tanti hanno in mente rimane quella di abbassare i prezzi.

Così facendo si mettono ancora di più in una condizione precaria. Abbassano la qualità e dopo si trovano campi che nessuno vuole frequentare. Certamente non possiamo mantenere i circoli facendo dei prezzi stracciati. E, come se non bastasse, vogliamo anche andare verso un futuro turistico.

I turisti non guardano tanto i prezzi ma solo la qualità. Consideriamo infatti che di qualità l’Italia abbonda (dalla gastronomia alla cultura…). Ma se dimentichiamo la qualità possiamo dimenticare di attirare turisti.

Se un turista vede un green fee a 30 sarà subito scettico. Sarà convinto di non trovare un campo perfetto. A mio parere l’unico modo sarebbe puntare su tariffe moderate ma non stracciate solo dove il turista non arriva. Una zona senza attrazioni turistiche un circolo potrebbe proporre un green fee a 40 euro SOLO SE con quei soldi riuscisse lo stesso a guadagnarci qualcosa. Andare in pari significherebbe solo portare via un giocatore per un giorno a un circolo vicino. Guerra tra poveri. Va invece allargata la base.

Il golf non deve essere svenduto o a basso costo per forza. Proviamo a differenziare i green fee di zona in zona o anche in base all’orario di una stessa giornata. Così, forse, la discussione sul golf troppo caro potrebbe finire.


Il Precisino, il Ritardatario, l’Eterno Ottimista: quale compagno di gioco sei?

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