Il golf ricorda a modo suo Kobe Bryant: il Waste Management Phoenix Open è iniziato con un tributo generale di giocatori in campo e pubblico sugli spalti. La storica buca 16 del TPC Scottsdale in Arizona ha regalato emozioni a non finire: lo fa ogni anno ma stavolta sono state davvero speciali.
Un anno fa, proprio su questa buca, Gary Woodland fece una sorpresa ad Amy Bockerstette, 20enne appassionata di golf e affetta dalla sindrome di Down: il video diventò virale.
Adesso è stata la volta di applausi scroscianti, canotte e scarpe dei Lakers indossate dai campioni del green, sacche colorate di giallo e oro, sguardi al cielo e lacrime di commozione per un grande uomo. Da Tony Finau a Justin Thomas da Max Homa a Charley Hoffman. La maggior parte dei giocatori ha voluto ricordare Bryant anche con un semplice gesto. E così lo spettacolo in campo è passato quasi in secondo piano.
La gara oltre Kobe Bryant
Eppure la rassegna è cominciata con una prova show dell’americano Wyndham Clark che, con un parziale di 61 colpi (-10), ha firmato il miglior score della sua carriera. Clarksi è guadagnato la vetta solitaria della classifica.
Il 26enne di Denver deve guardarsi le spalle da Billy Horschel, secondo con 63 (-8).
Jon Rahm, che in Arizona insegue il titolo per provare a prendersi la leadership mondiale, è 13esimo (-4) al fianco, tra gli altri, di Xander Schauffele e Hideki Matsuyama.
Ancora una prova deludente per Jordan Spieth. Il texano, scivolato fuori dalla Top 50 per la prima volta dal 2013, è 110esimo (74, +3) come Rickie Fowler.
“Da noi si gioca a golf solo in gara. Tempi lunghi? Proviamo le 12 buche”
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