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L’opinione: “Golf in crisi, colpa della Federazione e dei circoli”

L’aumento della tessera per il 2018 ha aperto una polemica senza fine. Tutti puntano il dito contro Federgolf, qualcun altro parte dai quei cento euro per esaminare il mondo dei golf italiano, circoli compresi. E’ il caso del club manager del Mirabell Golf di Valdaora (Bz), in Val Pusteria.


di Paul Fischnaller

“Adesso siamo il Paese e la Federazione con il prezzo più alto per la tessera federale. Anche così si può diventare campioni. A un mese dalla fine dell’anno, la Federazione è riuscita a mettere i circoli in una situazione precaria perché le quote annuali in tantissimi circoli erano già fissate.

Paul Fischnaller e José María Olazábal (foto Facebook)

Si è parlato a lungo dell’aumento e tanti lo hanno pronosticato a suo tempo. Adesso è realtá. La Ryder Cup e la sua promozione costano un sacco di soldi che la Federazione prima di candidarsi non aveva calcolato bene. Adesso da chi prendere i soldi? La soluzione più facile è aumentare la tessera. Se questa è la strada giusta lo dovranno giustificare i signori della Federgolf. Prendere decisioni così senza chiedere all’assemblea generale annuale mi sembra il colmo. Ma se a tutti va bene così allora pazienza…

Dieci anni di tesseramento libero: dove sono i frutti?

Il golf sta vivendo in cattive acque gli ultimi cinque anni. Questo nessuno lo può negare. Quando nel 2007 è stato “inventato” il tesseramento libero tanti pensavano che così il golf sarebbe decollato. Oggi, dieci anni dopo qual è il risultato? Dai 30.000 nuovi giocatori previsti dove siamo oggi? Dal 2010 abbiamo perso 10.435 tesserati e questo ci fa pensare. Non voglio dire che la colpa è tutta della Federazione perché sarebbe sbagliato. Una bella fetta di colpa ce l’hanno anche i club che non hanno idee su come smarcarsi e far cambiare opinione alla gente sul mondo del golf. Dobbiamo darci da fare altrimenti affonderemo di brutto.

Una postazione in campo pratica: vuota o deserta?

Detto questo, anche la Federazione deve fare la sua parte. E’ necessario investire i soldi che i tesserati versano ogni anno in programmi ben pensati. Si devono rivedere alcune normative. L’ingresso dei neofiti deve essere facilitato, non regolamentato e ristretto. Prendiamo ad esempio l’esame per poter andare in campo: è una cosa non più in linea con i tempi. Il golf è un sport da tempo libero e non deve essere blindato con regolamenti sin dal primo approccio. Perché i Paesi dove il golf è nato non lo fanno? Vogliamo essere migliori di loro? Abbiamo sbagliato. In Inghilterra chi vuole giocare una gara a livello amatoriale non deve sostenere nessun esame. Perché da noi sì? Così facendo non diventiamo ciò che vogliamo, ossia uno sport aperto a tutti. Qui sbaglia la Federazione.

I club aspettano qualcuno con la bacchetta magica

I club devono darsi una mossa, senza attendere il giorno in cui arriva un tizio con la bacchetta magica. Il turismo golfistico in Italia ha un potenziale enorme ma dobbiamo essere preparati. Nei circoli lavora troppa gente che non è pronta a tutto questo.

La Federazione deve pure rivedere il regolamento delle aggregazioni. Non è possibile che ci siano un centinaio di campi pratica non in regola. Questi non hanno spese di manutenzione, non fanno niente per il sviluppo del golf in Italia e si limitano a portar via soci ai golf club che spendono per il campo e per la struttura. Questo non deve essere tollerato. Ma pure qui i circoli devono alzare la voce, non piangere quando i numeri dei soci diminuiscono. Ci vuole spirito, programmi e tanta voglia di cambiare qualcosa. Datevi e diamoci una mossa”.



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ECCO ALCUNE EMAIL DEI LETTORI

 


Luca Cinci

Mi chiamo Luca, da anni per motivi personali non ho più praticato il golf. Oggi vorrei ricominciare avendo ancora tutta l’attrezzatura, ma sia il costo, ma soprattutto l’ostacolo delle gare da dover affrontare per riprendere l’handicap, mi allontanano dal desiderio. Come già detto dagli altri lettori, il golf è uno sport che dovrebbe essere messo a disposizione di tutti, e non di pochi. Dobbiamo adeguarci così come fanno tutti gli altri paesi.


Sandro Balsama

Sicuramente la federazione ha grossa responsabilità. Mi soffermo solo sull’argomento Ryder cup ! Questa, da tutti i golfisti voluta , è stata raccontata dalla federazione come opportunità per raddoppiare i tesserati ! Peccato che, ad oggi , l’unica cosa raddoppiata nel circolo prescelto siano stati i prezzi ! E come andrà a finire il tanto nobile pensiero del bene per il golf ? Andrà a finire nell’aver creato un circolo esclusivo carissimo per pochi eletti alla faccia di tutti i buoni propositi del bene per il golf e per i golfisti . Conclusione i tesserati ed i contribuenti pagano per una proprietà che si arricchisce ! Poteva fare qualcosa di meglio la federazione ???


Maria Giade

Aumento costi tessera federale? E’ l’unico sport che richiede un pagamento per poterlo praticare. I vertici si dovrebbero vergognare. Alcune domande: quanto è lo stipendio di Chimenti e chi lo paga? La Ryder è già stata sponsorizzata dallo Stato, perché i club ogni anno incrementano le quote e i nostri soldi ? Per Chimenti in business class?


Pierabel
Concordo con l’articolo che è stato pubblicato. Io sono una principiante. Ho preso alcune lezioni che già non costano poco e in più non posso andare in campo fino a quando non avrò superato l’esame delle regole. Dovrebbe essere un sport più elastico così sicuramente ci sarebbero più persone che si appassionano.


Marco Magnani
Buongiorno sono un golfista da 5 anni e ho 54 anni… Questo grazie al golf trasmesso da Sky. Mi occupo di marketing per il centri sportivi e il mio pensiero sulle tariffe dei circoli di golf mi trovano concorde sul fatto che il golf è uno sport per pochi.

A partire dai maestri che dedicano mezz’ora orologio ai neofiti a costi esorbitanti senza dare alcuna promozione pensando solo a monetizzare i minuti che dedicano ai futuri golfisti.

Poche sono le giornate open day dedicate all’approccio ad uno sport che è molto bello Ma anche molto caro tra lezioni green fee e tesseramento. Si dovrebbero creare più network a tariffa fissa e poter giocare in diversi circoli come esiste già nel fitness. Saluti


Renè Mussner
Buongiorno,
per me il problema principale è con i giovani o bambini. Io gioco a golf da 20 anni e vedo pochissimi bambini o ragazzi tra i 5 e 15 anni sul campo. I maestri tengono i bambini per ore sul campo pratica a tirare palline. Quello che voglio dire è che per i bambini serve un prato e tre buche (anche un prato normale e le buche fatte con un barattolo e un manico di una scopa come facevano noi ) dove si possono divertire perché sono loro il futuro del golf.


http://golfando.tgcom24.it/2017/11/22/ornella-lignano-old-course-golf-lettera/

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