Il golf alle Olimpiadi è uno sport per donne

Sauro Legramandi

8 anni fa

Inutile nasconderlo: il ritorno del golf alle Olimpiadi dopo 112 anni è un flop. Un pasticciaccio brutto per tanti motivi, dalla scelta del Paese chiamato ad ospitarne il rientro (al Brasile mancano tradizione e cultura golfistica) alla decisione di farvi partecipare giocatori professionisti (giustamente a caccia di ingaggi e assegni, non di medaglie o bandiere da onorare) anziché giovani e/o amateur.

Lee-Anne Pace (foto Afp)

Ma tutto questo è acqua passata. A far storcere il naso è la serie interminabile di rinunce a partecipare a Rio 2016: da Adam Scott in poi è stato un susseguirsi di no grazie e di frasi di circostanza come “i miei fan capiranno”. Anche Chicco Molinari ha gettato la spugna. Dei primi dieci del ranking ben sei hanno detto no ai Giochi. Praticamente tutti individuano nel virus Zika il motivo che li tiene lontani dal Brasile: molti giocatori hanno intenzione di metter su famiglia nei prossimi mesi, molti altri vogliono allargarla, altri non vogliono mettere a rischio quella esistente. Tutto perfettamente legittimo, sia ben chiaro. Ma giornalisticamente parlando non tutto torna.

GIOCATORI CHE HANNO RINUNCIATO AI GIOCHI
Jason Day (No. 1) — Australia
Dustin Johnson (No. 2) — United States
Jordan Spieth (No. 3) — United States
Rory McIlroy (No. 3) — Northern Ireland
Adam Scott (No. 8) — Australia
Branden Grace (No. 11) — South Africa
Louis Oosthuizen (No. 14) — South Africa
Hideki Matsuyama (No. 17) — Japan
Charl Schwartzel (No. 23) — South Africa
Marc Leishman (No. 37) — Australia
K.T. Kim (No. 41) — South Korea
Francesco Molinari (No. 56) — Italy
Hideto Tanihara (No. 69) — Japan
Graeme McDowell (No. 73) — Northern Ireland
Victor Dubuisson (No. 78) — France
Matt Jones (No. 84) — Australia
Miguel Angel Jimenez (No. 166) — Spain
Vijay Singh (No. 210) — Fiji
Brendon de Jonge (No. 319) — Zimbabwe
Angelo Que (No. 320) — Philippines
Tim Wilkinson (No. 340) — New Zealand

Zika è un virus democratico: la zanzara punge indistintamente maschi e femmine. Strano che a rinunciare alle Olimpiadi siano praticamente solo i primi. Ad oggi, a fronte di decine di rifiuti di uomini, solo una donna ha rinunciato a Rio: si tratta di Lee-Anne Pace, 35 anni proette sudafricana e numero 38 del ranking mondiale con dieci vittorie in carriera. Un caso su diverse centinaia di giocatrici. Come mai? Le donne sono più coraggiose? Zika mette a repentaglio eventuali gravidanze e le espone a rischi maggiori. I professionisti si preoccupano di contagiare le compagne. Le professioniste tirano dritto.

GIOCATRICI CHE HANNO RINUNCIATO AI GIOCHI
Lee-Anne Pace (No38)– South Africa

E ancora: Zika è in circolazione da quasi un anno. Il sillogismo Zika-Brasile-Olimpiadi è nato quasi subito eppure i forfait sono arrivati negli ultimi giorni, quello di Molinari addirittura a graduatorie chiuse. Nessuna logica spiega una tempistica simile anche perché non c’è nessuna lotta contro il tempo per un vaccino che metta al sicuro al cento per cento dalla puntura. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: vuoi vedere che i professionisti, i loro agenti e le loro famiglie hanno aspettato fino all’ultimo per vedere come si comportavano i big? Se a disertare Rio fossero rimasti Scott e Singh il “no grazie” avrebbe avuto un certo peso: ora che se ne vanno Day, McIlroy, Spieth, Johnson quel peso cambia.

Altra perplessità: perché solo nel golf il virus fa così paura? Non mi dite perché si gioca in mezzo al verde e all’aperto: siamo seri. La zanzara è ovunque, anche nei palazzetti dello sport o nelle piscine indoor. Eppure centinaia di atleti di tutto il mondo stanno per volare a Rio.