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Quanto guadagna un caddie nel golf?

In Italia non ce ne sono di professionisti ma in giro per il mondo del golf il mestiere del caddie è ancora ambito. Un lavoro impegnativo, adatto per chi conosce bene questo sport e soprattutto per chi riesce a creare empatia col pro per cui lavora.

PUNTA CANA Joel Dahmen e il caddie Geno Bonnalie dopo la vittoria al Corales Puntacana Resort & Club  (foto di Kevin C. Cox / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP).

Il caddie è una specie di coscienza più o meno critica in campo. E’ colui che, prima pulisce i ferri e poi – in base a percorso, clima e stato emotivo del giocatore – consiglia il datore di lavoro quale strategia e bastone usare. Il tutto a suo rischio e pericolo: se salta il feeling caddie-giocatore, il rapporto di lavoro si esaurisce quasi all’istante anche se dura da anni.

Ma quanto guadagna un caddie? Dei professionisti sappiamo quasi tutto: dopo ogni gara vengono rese note le vincite fino all’ultimo centesimo. Esistono le money list annuali e quelle in carriera. A questi introiti vanno sommati contratti pubblicitari per l’attrezzatura in campo, per prodotti extra-golf da reclamizzare o gli ingaggi per cambiare continente e giocare gare particolari (basti pensare a quanto è il “gettone” per volare in Arabia Saudita).

 

Il tariffario: un fisso più…

Al caddie ufficialmente interessa solo la prima voce, ossia i risultati in campo del suo professionista. Da tempo sul PGA Tour esiste un tariffario per i caddie. L’ingaggio settimanale è di duemila dollari per un professionista di medio livello. Le spese di viaggio, vitto e alloggio sono tutte a carico del “portasacca”.

Alla quota fissa si aggiungono le variabili legate ai risultati. Se il professionista non passa il taglio, il caddie non incassa un dollaro. Se passa il taglio e arriva dal 26esimo posto in giù al caddie va il 5% della somma vinta dal giocatore. La percentuale sale al 7 % in caso di top ten e vola al 10% in caso di vittoria.

 

Le mansioni del caddie

Per chi non lo sapesse il compito di chi lavora gomito a gomito col professionista è… lasciarlo concentrare sul gioco. Più lui è concentrato più ottiene risultati e più guadagna anche il caddie. Riassumendo un caddie è tenuto a portare la sacca e i bastoni, ripulire bastoni e palline, sistemare la sabbia nel bunker, riparare i divot, levare la bandiera, calcolare le distanze… E infine consigliare il giocatore.

 

La storia di Geno Bonnalie

A far tornare a galla questo tariffario e la discussione sui salari nel golf è stato il tweet di Geno Bonnalie, caddie dello statunitense Joel Dahmen, da oggi numero 61 nel ranking mondiale.

“La prima cosa che mi chiedono quando scoprono la mia professione è ma quanto guadagni?” scrive Bonnalie in un articolato tweet. Forse si confondono gli introiti di un golfista da quelli di un caddie.

MEDINAH Joel Dahmen e il suo caddie Geno al BMW Championship 2019 (Foto di Andrew Redington / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Oggi Geno Bonnalie vive di golf ma, come in ogni mestiere, arriva da anni di gavetta e restrizioni. “Con Joel siamo amici da una vita e quando ha vinto il Mackenzie Tour e ottenuto la carta per giocare sul Korn Ferry Tour ho capito che dovevo lavorare per lui. Ne ho parlato con mia moglie. Con il suo ok ho iniziato a girare con lui. All’epoca svolgevo una professione da 50mila dollari l’anno ma il mio sogno era il golf”. 

Geno ricorda la prima uscita ufficiale, anno 2015: con 850 dollari di fisso e l’accordo per il 7% delle vincite, lui e Dahmen volarono in Messico, a Leon. “Solo l’aereo mi costò 800 dollari e dovevo ancora pagare vitto e alloggio – scrive oggi -. Per quello pregai per passare il taglio”.

La preghiera fu vana: da Leon i due tornano a casa con le pive nella sacca. Dopo tre settimane di viaggi a vuoto dall’Idaho, la gioia dei primi dollari incassati. “In South Carolina Dahmen arrivo 64esimo, vinse 1.687 dollari e a me ne finirono in tasca 118. Ero felice: per la prima volta in un mese al ristorante potevo smettere di scegliere il piatto meno caro”.

 

“Per arrotondare tagliavo l’erba dei vicini”

Il bilancio di quell’anno di gavetta è in un file Excel con il resoconto delle 19 gare giocate. Nove tagli passati e un totale di 20.635 dollari incassati. “Abbiamo affittato decine di auto, prenotato biglietti aerei low cost per girare sul Tour. Abbiamo dormito in motel o dovunque ci fosse una doccia e un letto. Quante tortillas al formaggio da Walmart… Nei weekend liberi ho tagliato l’erba dei vicini e fatto altri lavoretti per far quadrare il bilancio familiare. Oggi dico grazie a mia moglie e a Joel perché sono certo di aver fatto la scelta giusta”.

Infatti Joel Dahmen nel 2017 ha iniziato a giocare sul PGA Tour, incassando a fine anno circa 300.000 dollari. Dal 2018 in media ha chiuso la stagione con guadagni per 1,4 milioni di dollari. Il top è stato raggiunto nel 2020 quando l’americano ha messo in fila cinque top ten e mancato il taglio solo in quattro gare sulle ventidue giocate. Un ruolino di marcia da 2,1 milioni di dollari.

La vera svolta nelle scorse ore: Dahmen ha vinto finalmente sul PGA. Joel si è infatti aggiudicato il Corales Puntacana Resort & Club Championship, portandosi a casa una prima moneta da 540mila dollari

Non male dopo anni di sacrifici e speranze. Anche per questo Geno Bonnalie – prima di vincere il Corales – aveva chiuso il suo tweet con un invito destinato a chi lo incontrerà nelle prossime settimane. “Adesso che sapete tutto per favore smettetela di chiedermi quanto guadagno a meno che non mi diciate prima quanto guadagnate voi”.

 

L’associazione di categoria

Eppure per un Bonnalie che ce l’ha fatta ci sono tantissimi caddie senza lavoro fisso e tanti giocatori che non possono permettersene uno. Ricordiamo che fiscalmente il caddie è un libero professionista, una “partita Iva” con tasse e (negli Stati Uniti) assicurazione sanitaria da pagare.

Per tutelare questa figura professionale nel luglio 2013 è nata la Tour Caddies Association, associazione fondata da tre veterani sul tour (Dean Herden, Basil van Rooyen e Gary Matthews). La TCA fornisce ai caddie convenzioni per biglietti aerei e hotel per svolgere la professione su tutti i circuiti del mondo.

 

Tante storie di caddie

C’erano anche loro nel 2016 a protestare per i diritti d’immagine della categoria. I caddies, contrattualizzati dal singolo giocatore, ritenevano ingiusto girare con una pettorina sponsorizzata dal PGA Tour senza averne alcun introito. La rivendicazione finì in tribunale con una nulla di fatto.

Il rapporto tra giocatore e caddie è quasi sempre bellissimo. Nel maggio 2019 Kevin Na dopo aver vinto il Charles Schwab Challenge regalò l’auto in palio al suo fidato Kenny Harms: non una vettura qualsiasi bensì una Dodge Challenger del 1973, rimessa a nuovo.

FORT WORTH (foto Tom Pennington/Getty Images/AFP)

Haotong Li  ha perso centomila dollari: nel gennaio 2019 a Dubai il caddie si dimenticò delle nuove regole e restò fermo lungo la linea del putt di Li, favorendolo. I giudici lo penalizzarono di due colpi (regola 10.2b) e addio leadership e maxi-assegno.

Pessima figura quella dell’americano Matt Kuchar che – due anni fa – in Messico ha ingaggiato un caddie locale all’ultimo momento, ha vinto il Mayakoba Golf Classic (e una prima moneta da 1,2 milioni di dollari) e gli ha versato solo 5mila dollari. Poi arrivarono le scuse.  

E come dimenticare che Lee Westwood ha scelto la sua compagna come caddie?

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