Sconfitti su tutta la linea, sacca compresa. Un giudice della California ha rigettato la class action di 168 caddies contro il regolamento del PGA Tour. Vince Chabria, giudice federale del Nord California, ha stabilito che i caddies hanno firmato un contratto con la PGA che li vincola ad indossare le pettorine pubblicitarie in quanto “parte fondamentale” della loro uniforme. Nessun declassamento al ruolo di “cartelloni pubblicitari umani”. Quindi nessuna percentuale di sponsorizzazione da reclamare. In pratica: nemici come prima.
Più di un anno fa, i caddies portarono in tribunale la potente società che gestisce gran parte delle gare Usa. A loro dire PGA non riconosceva nessuna quota dei proventi pubblicitari di loghi e marchi stampati sulle pettorine. Un giro d’affari pari a 50 milioni di dollari, secondo gli addetti ai lavori. Ma i soldi non sono tutto visto che sono ancora diversi punti di attrito tra i “porta-sacca” e la PGA. Ancora oggi ad esempio, in alcuni circoli i caddies non possono mettere piede nella clubhouse. E in certe gare non possono cambiarsi negli stessi spogliatoi dei giocatori.
Ancora da decidere il ricorso in Appello contro la sentenza. “Con il dovuto rispetto – ha detto l’avvocato della class action Gene Egdorf alla ESPN – sono convinto che il giudice abbia sbagliato”. In effetti il magistrato in un passo della sentenza ha riconosciuto l’esistenza di un trattamento non adeguato da parte di PGA “ma questa denuncia contro la pettorine pubblicitarie non ha fondamento legale”.
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