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Il golf femminile mette al bando le golfiste transgender

Da oggi il golf include un po’ meno. Nelle scorse ore quello femminile ha messo al bando le giocatrici transgender. La Ladies Professional Golf Association e la United States Golf Association hanno cambiato le regole per giocare sul massimo circuito mondiale. Dal primo gennaio 2025 sul LPGA Tour vedremo sono professioniste nate donna oppure che hanno iniziato la transizione di genere molto presto, ossia prima della pubertà maschile.

di Sauro Legramandi

In pratica: chi è nato maschio e inizia il processo di transizione dopo la fase della pubertà maschile non potrà giocare sul circuito femminile.

A far cambiare radicalmente idea ai massimi organismi del golf a stelle e strisce è stata Hailey Davidson, oggi giocatrice residente in Florida ma 31 anni fa nata uomo in Scozia. Quest’anno Hailey ha mancato per un solo colpo la qualificazione allo US Women’s Open. A settembre ha poi provato a guadagnarsi l’ingresso sull’LPGA Tour attraverso le selezioni delle Qualifyng School. Il suo sogno si è fermato alle pre-qualifiche.

275 golfiste contro la transgender Hailey

A non fermarsi è stata la paura delle sue colleghe. Molte temono oggi di giocarsi con lei la qualificazione sul Tour e domani magari un titolo con relativo bel gruzzolo di dollari.

Il 19 agosto ben 275 professioniste hanno scritto una lettera indirizzata a LPGA, USGA e Federgolf Internazionale per chiedere di fermare Hailey e le sue future sorelle. Secondo loro, in questi anni LPGA avrebbe “continuato a promuovere una politica che consente agli atleti maschi di qualificarsi, competere e vincere nel golf femminile. Lo ha fatto anche se diversi organismi di governo dello sport e giurisprudenze internazionali respingano sempre di più queste politiche ingiuste e inique che danneggiano le atlete”.

Le loro richieste, di fatto, sono state accolte. La conferma una nota LPGA dove si annuncia l’aggiornamento della “politica di genere per l’idoneità alle competizioni” (qua il testo completo).  Nel comunicato si parla del frutto del lavoro di un team di esperti di alto livello di medicina, scienza, fisiologia, golf e diritto delle politiche di genere. Per il commissioner uscente, Mollie Marcoux Samaan, la nuova policy “riflette un approccio ampio, basato sulla scienza e inclusività”.

“Tutta colpa della pubertà maschile”

“Secondo il nostro gruppo di lavoro – si legge nell’aggiornamento – gli effetti della pubertà maschile rappresentano un vantaggio sui giocatori che non hanno attraversato la pubertà maschile”. Quindi d’ora in poi con le donne giocherà chi è nata donna e chi donna inizia a diventarlo all’incirca prima dei 12-13 anni di età.

Ad oggi la policy ammetteva i transgender a due condizioni: aver concluso l’intervento chirurgico di riassegnazione di genere e aver seguito un’apposita terapia ormonale. Tra qualche settimana scatterà la tolleranza zero. Niente transgender sull’LPGA Tour, sul suo circuito satellite (Epson Tour, proprio dove avrebbe dovuto giocate Hailey) e sul Ladies European Tour. Sotto l’egida USGA invece scatta il bando, tra l’altro, per lo US Women’s Open, lo US Senior Women’s Open, lo US Women’s Amateur e la Curtis Cup.

Hailey Davidson non l’ha presa per niente bene, definendosi via social “messa al bando da Epson Tour e LPGA. Non posso dire che non me l’aspettavo”. Di fatto sarà costretta a smettere con il golf professionistico.


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