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Trump e il golf, tra DeChambeau e “la pace PGA-LIV in 15 minuti”

Donald Trump e il golf: uno scatto preso da "Break 50"
Donald Trump e il golf: uno scatto preso da “Break 50”

C’è stato anche un pensiero per il golf nella lunga notte di Donald Trump, da gennaio 2025 alla Casa Bianca per altri quattro anni. Il presidente eletto degli Stati Uniti, durante il suo primo discorso a Palm Beach, ha chiamato sul palco anche Bryson DeChambeau. Singolo gesto a parte, da più parti si pensa che The Donald possa sbloccare la guerra civile nel golf tra PGA e LIV. Quella di Trump e il golf si conferma una passione senza limiti.

Tutto è iniziato una manciata di ore dopo la certezza di aver battuto Harris. Al termine del discorso davanti ai sostenitori, Trump ha chiesto “Dov’è? Dove sta colpendo palline?”. Il 47° presidente degli Stati Uniti si riferiva al due volte vincitore dello US Open (2020 e 2024). Bryson ha risposto, con un sorriso sotto il suo cappellino MAGA. Una simpatia evidentemente ricambiata quella tra i due visto che, in campagna elettorale a luglio, Trump è stato l’ospite speciale di “Break 50“, programma su YouTube del professionista californiano.


DeChambeau, ricordiamo, è una delle stelle del LIV GOLF Tour, la Superlega araba finanziata dal fondo sovrano saudita PIF. Nel 2022 il circuito guidato da Greg Lo Squalo Norman ha fatto tappa al Trump’s Bedminster, nello Stato del New Jersey non senza polemiche da parte dei familiari delle vittime dell’11 Settembre. A seguire, nel calendario sono stati inseriti il Trump National a Washington DC e il Trump National Doral a Miami. In totale ad oggi cinque gare del LIV GOLF si sono giocate sui percorsi di proprietà del tycoon.

Trump e il golf, tutto inizia nel 1999

La passione di Donald Trump per il golf è conosciuta e discussa. Il magnate ha iniziato a investire nel settore acquistando il suo primo resort golfistico nel 1999 quando rilevò un percorso a West Palm Beach. Oggi è proprietario di strutture tra Stati Uniti, Irlanda, Scozia, Dubai, Indonesia e Oman.

Con queste premesse nell’ambiente c’è attesa di capire quale ruolo possa recitare Trump nelle trattative (che durano ormai da due anni) tra PGA Tour, massimo circuito americano maschile, e il LIV GOLF Tour, la SuperLega araba che ha strappato al primo i migliori giocatori a suon di milioni di petrodollari.

Bryson De Chambeau e Donald Trump in “Break 50”


Chi segue il golf conosce la situazione. Conosce il muro contro muro (chi gioca per gli arabi è di fatto estromesso dal PGA Tour) che si pensava di aver superato con l’armistizio nel giugno 2023 ma mai entrato in vigore. Nulla è cambiato anzi: adesso la situazione è potenzialmente peggiorata.

Il Dipartimento di Giustizia Usa, organo indipendente dall’esecutivo a stelle e strisce (che, volendo, può influenzarne però le nomine chiave) ha intenzione di vederci chiaro in quell’accordo di due anni fa, sentendo puzza di violazione delle norme sulla concorrenza.

Rory la pensa come Donald (ed Elon)

Adesso ci penserà lui. Anzi loro: Trump e Elon Musk potrebbero sbloccare l’empasse. Il presidente eletto, dopo aver precisato che le sue priorità saranno altre, ha già messo le mani avanti. In un podcast (prima del 5 novembre) aveva detto di credere che gli sarebbero bastati “circa 15 minuti per concludere l’accordo” tra LIV e PGA. “Penso che dovremmo avere un solo circuito – ha detto a “Let’s go” dell’ex allenatore NFL Bill Belichick – con i migliori golfisti al mondo”.

Dall’altra parte del mondo, a elezione avvenuta, anche Rory McIlroy si è detto convinto che l’accoppiata Donald-Elon riesca a sbloccare la trattativa anche se, come il diretto interessato, crede che il presidente eletto abbia al momento altre priorità. “Trump ha ottimi rapporti con l’Arabia – ha dichiarato in conferenza stampa all’HSBC Abu Dhabi Championship – mentre ritengo Musk l’uomo più intelligente al mondo”.


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