Lanciamoci in una specie di esercizio di stile. Proviamo a raccontare la stessa passione (quella per il golf) in tre diverse versioni: rispettivamente descriviamola in un giro su nove, dodici o diciotto buche da golf. Ognuno di noi, per mille motivi, ha una preferenza. Sarebbe bello conoscerne il perché: per farlo bastare lasciare un commento sotto il post, sui social o via email.
Nove buche da golf: risparmio e gioco più spesso
Il golf su nove buche ha un suo fascino. Inutile nasconderlo: nell’era moderna dove tutto va a mille all’ora ricavarsi due ore per giocare a golf ha il suo perché. Anzi ne ha almeno quattro
Il primo è il più semplice di tutti: il tempo, appunto. Nove buche significa avere più di mezza giornata completamente libera per andare al lavoro, pensare alla famiglia e/o dedicarsi ad altre attività. D’estate quella mezza giornata può essere di totale relax, in spiaggia o tra i sentieri di montagna.
Giocare nove buche da golf mantiene il feeling con bastoni e campo e la sua magia perché consente di girare più volte nel corso di una settimana. Poi siamo liberi qualche weekend per la maratona delle 18 buche. Da non sottovalutare infatti il fattore stanchezza: 12 o 18 buche sono fisicamente pesanti, soprattutto su percorsi mai giocati prima e magari senza golf car.
Non del tutto minimo nemmeno l’aspetto economico. Il fee per le nove buche “risparmiate” posso spenderlo in clubhouse per un aperitivo o per un menu dello sportivo.
Dodici buche: si esce con la pancia piena
La via di mezzo ha tanti vantaggi e pochi svantaggi. Si parte dal fattore tempo: al massimo stai tre ore in campo, lasciandoti così ampio spazio per il resto della tua vita. Inoltre si esce dal campo soddisfatti e con “la pancia piena”, perché tre buche in più rispetto a una gara a 9 buche significa giocare altri 40/60 minuti.
Dal punto di vista logistico c’è la possibilità di prenotare partenze in gara anche a metà pomeriggio, soprattutto durante la settimana, evitando l’imbrunire nel periodo invernale. D’estate invece si allungano sensibilmente le partenze del pomeriggio.
E sulla formula di gare dobbiamo ammettere la possibilità per gli organizzatori di creare alternative di regolamento dalla buca 10 in poi (esempio Mulligan etc), mantenendole valide però per la classifica finale visto che la variazione dell’handicap sarà calcolata sulle prime 9 buche
Qualcosa per storcere il naso c’è sempre: i puristi del golf faticano ad accettare le novità. Le 12 buche da golf prevedono una maggiore attenzione in segreteria nella gestione del calcolo degli score: il sistema va caricato sulle 9 buche per l’handicap, la gara deve prevedere il risultato di altre tre buche.
Diciotto buche: sono la storia e sono complete
Il fatto che furono gli scozzesi nel 1764 a St Andrews a giocare su 18 buche ha un valore relativo.
Fondamentalmente, giocare 18 buche è meglio perché sono il doppio di nove e sei in più di dodici. Tutto è golf (9-12-18 buche) ma la maggioranza dei percorsi, compresi quelli storici e prestigiosi, ne hanno 18, seguono una logica nel disegno e hanno una completezza tra par 3, 4 e 5 che un mezzo giro non può avere.
Poi, è chiaro, un giro di 18 buche porta via praticamente una giornata, ma si tratta comunque di una giornata ben spesa. Le 18 buche permettono di rimediare una brutta partenza e impegnano a tenere duro dopo una partenza brillante. Insomma, è un golf più completo.
Poi, se il tempo scarseggia, va benissimo anche un giro di nove.
I lettori
Luciano Bozzoli – Nessuno ti obbliga a fare 18 buche e apprezzo che ci siano gare da 9. Tuttavia se vuoi camminare e distenderti 4 5 ore sono il tempo ottimale. Fretta e golf non vanno bene insieme.