Le parole Open d’Italia di golf messe una in fila all’altra devono contenere una specie di parola d’ordine. Basta pronunciarle per far scattare valanghe di commenti e critiche (raramente costruttive) rilanciate dai social in tutte le clubhouse d’Italia. Cerchiamo di capire invece cosa determini il successo di un’edizione.
di Sauro Legramandi
Da anni ormai ogni sede scelta offre il fianco a una lunga serie di riflessioni. Puntualmente è successo anche nei giorni scorsi quando è stata ufficializzata la location dell’Adriatic Golf Club di Cervia per il 2024 e del Golf Argentario per il 2025. Pronti via ed ecco appunti più o meno coloriti alla sede, dal periodo dell’anno, allo stato del golf in Italia, alle promesse non mantenute, alla necessità di campi pubblici e al post Ryder Cup. E sono certo di dimenticarmi qualche argomento.
Tutti temi meritevoli di discussione presi singolarmente ma che non sempre c’azzeccano con la notizia, ossia dove si giocherà il prossimo Open d’Italia di golf.
Una premessa è doverosa: dietro ogni Open d’Italia c’è una Regione che si espone in prima persona e mette a bilancio una certa somma per accappararsi la manifestazione.
Un passo indietro: il successo del Golf Milano
Più d’uno ricorda ancora bene i tre Open d’Italia giocati al Golf Milano, (2015, 2016 e 2017) in una meravigliosa cornice di pubblico. Per chi non lo sapesse il percorso si snoda all’interno del Parco della Villa Reale di Monza, uno dei più grandi polmoni verdi di tutta Europa. Per tre anni appassionati di golf, runner, genitori con passeggini e umarei a spasso col cane divennero un tutt’uno nel villaggio commerciale e lungo diversi fairway. Chi giocava l’Open era circondato da migliaia di persone dove i golfisti erano in minoranza.
Dopo, in ordine sparso, sono venute altre location in giro per lo Stivale. C’è stato GardaGolf (2018), l’Olgiata (2019), lo Chervò (nel 2020, l’anno del Covid), i tre al Marco Simone (2021, 2022 e 2023) come prevedeva il contratto con Ryder Cup Europe.
In questi anni è cambiata la sede ma non sono cambiate le critiche. Liberissima critica in liberissimo Stato ma qua sta il punto. Proviamo a mettere nero su bianco i criteri per poter classificare la buona riuscita o meno di un Open d’Italia. Cerchiamo dei canoni standard, come avviene in certe trasmissioni tv dove albergatori o ristoratori vengono giudicati in base a quattro o cinque categorie ben precise.
Sono curioso di conoscere le tue categorie. Io ne azzardo qualcuna.
Memori del Golf Milano, fa tanto piacere vedere i giocatori percorrere i fairway tra la folla. Guardando il DP World Tour in tv però non si vedono folle oceaniche in ogni tappa. Anzi…
A loro volta i big faranno da richiamo al grande pubblico. Altra tesi accettabile e diffusa. In quest’ottica importanti sono la distanza dagli aeroporti internazionali e la vicinanza a città attrattive.
I giocatori sono professionisti e vanno dove li porta il dollaro: il DP World Tour non ha più il fascino di una volta e un giocatore, potendo, sceglie di prendere l’aereo e giocare sul PGA Tour (o sul LIV, se invitato). Piccola postilla: quando l’Open d’Italia faceva parte delle Rolex Series nel 2017 (gare da sette milioni di dollari di montepremi) i big venivano ma c’era chi definiva immorale e ingiusto mettere in palio cifre così alte.
E’ strettamente legato al criterio numero uno, quello dell’equazione tanto pubblico=tanti nuovi praticanti. Ma se a me non piace a prescindere la Formula Uno perché dovrei andare uno o più giorni a vedere il gran premio di Monza?
La copertura mediatica è sempre più decisiva e più si vede il golf più ci sono possibilità di far scattare la voglia di provare.
E’ un po’ la summa dei criteri precedenti: giocare nelle zone ad alta densità di golfisti garantisce più appassionati a bordo green. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: portare l’Open in una zona dove il golf ha già preso piede non favorisce la diffusione di questo sport. Teniamo presente che, dal 2000 (Is Molas) ad oggi, su ventitré edizioni dell’Open Lombardia e Piemonte ne hanno ospitate 17.
QUALE CATEGORIA SCEGLI PER VALUTARE IL SUCCESSO DI UN OPEN D’ITALIA? CLICCA E SCRIVI