A Castelfalfi tutto scorre tranne il golf. In duemila anni di storia da questi colli fiorentini sono transitati Etruschi, Romani, Longobardi, Visigoti, Medici, imprenditori milanesi, un gruppo tedesco e ora un indonesiano. Il fascino del borgo non ha infatti risparmiato Sri Prakash Lohia, a capo del gruppo che ha rilevato l’intera tenuta da 1.100 ettari nel giugno 2021.
di Sauro Legramandi
Il nuovo corso di Toscana Castelfalfi Resort inizierà ufficialmente il primo aprile 2022. I cambiamenti sono tanti e hanno toccato (o toccheranno) molti volti del borgo. Il campo da golf invece no. Il Mountain Course e il Lake Course sono due garanzie nel panorama del turismo golfistico internazionale. E visto che la clubhouse (realizzata nel casale Poggionero) è stata ristrutturata due anni fa la voce “golf” fa dormire sonni tranquilli a proprietà e management. “Il nostro circolo ha circa 250 soci della zona – spiega Isidoro Di Franco, general manager della struttura – che si misurano spesso con giocatori di tutto il mondo. Siamo una struttura Geo Certified e siamo già proiettati verso la Ryder Cup di Roma. Agenzie e clienti ci chiedono pacchetti completi camere più green fee per l’anno prossimo”.
Chi ha provato a giocare da queste parti ha ben chiaro in testa di che tipo di percorso si tratti. Personalmente vi dico che è un campo alquanto performante, da non prendere sotto gamba ma che – una volta in clubhouse – vi riconcilia con questo sport. Il percorso è stato disegnato dagli architetti Wilfried Moroder e Rainer Preissmann, bravi nel rispettare topografia naturale e vegetazione pre-esistente.
Per chi non avesse ancora swingato sul campo più grande della Toscana ricordo che siamo davanti a un 18 buche par 72 (Mountain Course, un campo severo ma giusto) e un 9 buche par 37 (Lake Course, dislivelli e ostacoli d’acqua a iosa). In totale fanno 270 ettari per 9.400 metri di pendio tra casali e un’alchimia verde-azzurro cielo da togliere il fiato.
Il campo pratica, con vista castello medievale, è lungo 270 metri, ha dieci postazioni coperte e altrettante su erba artificiale. Su erba naturale sono invece 40 postazioni. Indispensabile muoversi con i golf cart: in servizio ce ne sono cinquanta con GPS integrato.
Castelfalfi che cambia: dall’Adventure Park a…
E cosa offre Toscana Castelfalfi Resort a chi non gioca a golf? Ad esempio per la famiglia di un golfista? Anche in quest’ottica la famiglia S.P. Lohia sta per concludere alcune opere di restyling, rendendo ancora più vivibile un borgo già conosciuto in tutto il mondo. “Abbiamo rifatto l’area reception e creato un nuovo bar panoramico con vista sul tramonto toscano – prosegue Di Franco – e stiamo rifacendo un primo lotto di 60 camere dell’hotel”. Da tenere a battesimo anche l’Adventure Park appena costruito all’interno della tenuta, il Falfy Kids & Teen Club e un campo da padel.
E comunque resta il il verde il filo conduttore del Toscana Castelfalfi Resort: 25 ettari della tenuta sono destinati alle vigne mentre le piante di ulivo sono oltre diecimila. Ne nascono così vini e olii autoctoni: tra i primi si annoverano colture a sangiovese, merlot, cabernet, vermentino, syrah e colorin. Tra i secondi frantoio, moraiolo, leccino e pendolino.
Vino e olio prodotto in casa finiscono sulle tavola dei ben sette ristoranti della tenuta, tre all’interno dell’hotel come La via del Sale, il Lobby Bar Ecrù, il Pool Bar Giglio Blu e quattro diffusi come La Rocca, la Country Club House, il Rosmarino e la Pettegola. Nei piatti ampio spazio alle tipicità toscane a chilometro meno-che-zero vista l’azienda agricola interna e l’orto biologico.