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San Siro Golf chiude. “E dire che siamo sopravvissuti al coronavirus…”

Laddove fino a lunedì scorso volavano migliaia di palline da golf un giorno (forse) verrà preso a calci un pallone. Dopo dodici anni di onorata carriera, San Siro Golf, campo pratica nel cuore di Milano, ha abbassato la saracinesca. L’immobiliare proprietaria del terreno, la società Snaitech (subentrata otto anni fa alla Snai), ha progetti diversi. L’area verrà probabilmente inserita nel più ampio progetto urbanistico legato al nuovo stadio cittadino. “Pensi che non ci aveva fermati nemmeno il coronavirus” dice a Golfando Claudia Caldesio, la presidente del San Siro Golf.

San Siro Golf

San Siro Golf (foto dal sito)

La numero uno della struttura con vista stadio e ippodromo è alle prese con mail e messaggi di giocatori ancora increduli per la recente chiusura. “Mi spiace per il golf – dice -. Mi spiace che con Ryder Cup in Italia e Olimpiadi in vista una città come Milano perda uno spazio come questo”. Rammarico tanto ma polemica zero nelle parole della donna: “Sia ben chiaro: la proprietà ha tutto il diritto di fare la sua scelta imprenditoriale su quest’area. Io non posso fare altro che augurarmi che i futuri progetti urbanistici prevedano uno spazio al golf. San Siro se lo merita”.

 

San Siro Golf, il punto di partenza dei neofiti

Ma cos’è San Siro Golf? E’ un campo pratica lungo 350 metri (come l’ippodromo) con 31 postazioni. “Abbiamo fatto circa 26mila passaggi l’anno – prosegue Caldesio – e 770 tessere federali. Oltre la metà dei nostri giocatori er composta da neofiti. Siamo stati una fabbrica del golf: da noi si iniziava a praticare e poi si facevano gare grazie al tesseramento libero. Dopo un paio d’anni, un giocatore si iscriveva a un circolo di Milano o hinterland ma tornava sempre da noi a praticare in settimana”.

La professionista Isabella Maconi (foto Instagram)

Oltre alla centralità nella metropoli, l’altra caratteristica di questa struttura era la vicinanza all’ippodromo. Erano due mondi paralleli che si rispettavano al punto che nei pomeriggi delle corse un segnale acustico avvisava i golfisti e li invitava a sospendere la pratica. “San Siro Golf era la mia creatura – ricorda la presidente – ed era una realtà apprezzata nell’ambiente golfistico. Avevamo una cinquantina di professionisti che portavano i loro clienti per fare lezione. Bastava un colpo di telefono per prendere appuntamento e una pausa pranzo in settimana si trasformava in pratica. Poi, nel weekend, tutti a fare gare in giro per la Lombardia e oltre”.
 

Ci sarà ancora spazio per il golf?

Con la chiusura restano senza lavoro due greenkeeper e due segretarie. Fermi anche otto maestri della San Siro Golf Academy. La presidente ha un’attività imprenditoriale extra golf ma vorrebbe rimanere nel giro per mettere a frutto anni di esperienza sul campo.

(Foto Instagram)

Siamo dunque ai titoli di coda per una bella realtà. San Siro rappresentava la porta d’ingresso nel mondo del golf. Ed era una porta che nemmeno un muro come il coronavirus era riuscito a chiudere. “Tutto funzionava per il verso giusto quest’anno. Forse perché è uno sport sicuro, forse perché avevamo seminato bene – chiosa Caldesio -. Fattostà che non avevamo risentito della crisi. Speriamo, speriamo davvero che al golf venga concessa ancora una possibilità in questo angolo di Milano.”

“Golf e gioielli, dalle mie passioni è nata la linea FORE1744”

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