Nuovo tuffo nel passato con “Golf History” grazie all’amico Carlo Busto: stavolta l’appuntamento è con Calamity Jane.
di Carlo Busto
Il primo contatto tra Bobby Jones e il putter poi chiamato Calamity Jane avvenne nel 1920. A farglielo provare fu Jimmy Maiden, il professionista di Nassau (Long Island).
Dopo aver fatto un giro in campo con Bobby reduce da un periodo poco brillante e avaro di vittorie, Jimmy gli mise in mano un putter che aveva nel suo pro-shop. Quel bastone gli era stato portato dal fratello di ritorno da un viaggio in Inghilterra. Il putter era stato battezzato Calamity Jane scherzosamente, in riferimento alla peggior calamità che può succedere a un golfista, vale a dire mancare un putt.
Dopo alcune prove sul putting green Bobby Jones si dimostrò entusiasta e volle immediatamente acquistare il Calamity Jane. Si trattava di un semplicissimo blade putter con faccia liscia, un loft di 8 gradi e una lunghezza della testa di circa 13 centimetri.
Come dichiarò lo stesso Bobby Jones in una lettera, il putter riportava incisi sulla testa due marchi: il primo era una rosa simbolo di uno dei più noti forgiatori inglesi (Robert Condie), il secondo era il marchio di William Winton che, con tutta probabilità, fu il clubmaker che vi assemblò lo shaft e lo commercializzò.
Un bastone vincente
Nel 1926 la Spalding realizzò una dozzina di copie del Calamity Jane detto Calamity Jane II, per uso personale di Bobby Jones, il quale ne regalò qualcuno a degli amici.
Bobby Jones pensava che lo shaft originale avesse una lieve oscillazione al momento dell’impatto. Quindi vi applicò tre giri di whipping per irrigidirlo: da allora tutti i “Calamity Jane” vennero prodotti con tre giri di whipping.
Il Calamity divenne per certi versi il suo portafortuna e fu determinante in molte sue vittorie ( leggasi gli ultimi dieci Major vinti). Memorabile quel putt da 12 metri che gli fece realizzare un birdie determinante agli US Open 1930. Altrettanto memorabile un putt impossibile da sei metri all’ultima buca degli US Open 1929.
Nel 1931 Bobby Jones autorizzò la Spalding a immettere sul mercato quel putter con lo shaft in hickory e i tre whipping riportanti anche il suo autografo.
Calamity Jane veri e no
I Calamity Jane originali ( I e II) usati da Bobby Jones sono ancora oggi custoditi rispettivamente all’Augusta National Golf Club e all’USGA Golf Museum a Far Hills, nel New Jersey.
Alcuni Calamity Jane II facenti parte di quelle che regalò agli amici sono state proposte nelle aste specializzate ed aggiudicate a cifre elevatissime.
Nel 1976, Jack Nicklaus fece fare, prendendo a modello il Calamity Jane originale, 250 repliche perfette inclusa la patina di ossidazione e di ruggine dell’originale. Quei putter furono donati ai partecipanti all’edizione inaugurale del suo “Memorial tournament”.
Golf History
E’ una rubrica a cura di Carlo Busto che tratta delle origini del golf e dei campioni del passato, illustrando anche la storia di rarissime ed insolite mazze nonché aneddoti legati ai clubmakers dell’epoca.
L’autore, esperto di mazze da golf rare ed inusuali prodotte fino al 1930, è stato il primo italiano ammesso su presentazione nella “British Golf Collector’s Society” ed è in contatto regolarmente con collezionisti e storici in tutto il mondo.
Mosso da grande passione per l’epoca d’oro del golf Carlo Busto ha costituito la più importante collezione italiana di rare mazze “hickory”. Appassionato di golf a 360 gradi partecipa a gare di golf hickory ed ha vinto il primo Italian Hickory Open tenutosi nel 2019.
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