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Open d’Italia 2020, un’edizione da ricordare nonostante il Covid

di Sauro Legramandi@Sauro71
Sotto un sole inatteso ma sempre benvenuto è andato in soffitta l’Open d’Italia 2020 di golf. Un Open senza pubblico, senza top player e senza montepremi da mille e una notte. Eppure è degno di finire in archivio ed essere ricordato. Di seguito le mie riflessioni.

La “macchina” ha retto

Federgolf e Chervò Golf Hotel & Resort San Vigilio hanno messo la faccia in questa competizione e nessuno dei due l’ha persa. Decidere di portare in Italia golfisti, caddie e staff dell’Eurotour da 26 nazioni quando la seconda ondata di coronavirus era solo uno scenario e farlo quando quella ondata è al suo culmine (speriamo che sia così) non è stato per nulla facile.

Un ambiente della “bolla” modello Nba con i protocolli messi in atto dall’European Tour realizzata allo Chervò Golf Club di San Vigilio (foto Ansa)

La bolla tra resort e alberghi scelti dall’European Tour sembra aver rappresentato un cordone sanitario valido. “Organizzare l’Open in una situazione così delicata e complessa come quella attuale sembrava impossibile e inimmaginabile – ha detto Franco Chimenti a fine quarto giro – Federgolf ha profuso degli sforzi enormi per assicurare continuità a questo prestigioso torneo. Dico grazie alla Regione Lombardia, all’European Tour, allo Chervò Golf Club, ad Infront e a tutti gli sponsor per aver dato supporto alla riuscita dell’Open d’Italia”.

 

I top player? Godiamoci la bella storia di McGowan…

Facile sparare sul pianista quando si legge sui social o si sente in clubhouse che “a Pozzolengo non c’erano i grandi nomi del circuito”. Vero, verissimo. Altrettanto vero che quei grandi nomi non hanno fatto carte false per giocare le altre tappe dello European Tour in quest’anno sciagurato. In Italia, come nel resto d’Europa, hanno giocato professionisti di medio-alto livello, gente che sgomita per un posto al sole e giovani di bellissime speranze.

Lee Westwood

Tutti onesti professionisti che magari approfittano di field non stellari per respirare aria di alta classifica, vincere e mettere fieno in cascina.  A tutti sarebbe piaciuto vedere trionfare un italiano piuttosto che un Kaymer o un Colsaerts o un Westwood ma il golf è questo. Non lo scopro di certo io. Ross McGowan, l’inglese che domenica non ha messo un solo tee shot decente (esagero, sia chiaro) ma non ha sbagliato un putt, è arrivato in Italia da numero 560 al mondo e l’ha lasciata da numero 242. Non è una bella storia di golf questa?

 

Capitolo Chervò

Su Pietro Apicella e il suo gruppo di lavoro nulla da dire. Visto in tv e quindi in tutto il mondo (e sottolineo in tutto il mondo) lo Chervò Golf & Resort San Vigilio è uscito come una cartolina. Una cartolina bellissima del lago di Garda ma anche una cartolina bellissima di turismo e golf in Italia.

Non ero fisicamente a Pozzolengo e non posso dirlo con certezza ma fairway e green in televisione mi sono sembrati all’altezza della situazione. I green, in modo particolare, dopo due giorni di pioggia domenica pomeriggio erano quasi perfetti.

Pietro Apicella

Il campo ha ancora una volta smentito i soliti golfisti da tastiera: quello di Pozzolengo è un campo da resort (quindi pensato per i turisti) ma è stato allestito per non sfigurare davanti a professionisti. E ha fatto la sua bella figura. McGowan ha vinto con un -20. Altro che campo facile: il mio amico Alessandro Dinon si è preso la briga di andare a cercare lo score degli ultimi Open d’Italia. Ve li ripropongo:

2014 Torino La Mandria finale -20
2015 Milano Parco di Monza finale -19
2016 Milano Parco di Monza finale -22
2017 Milano Parco di Monza finale -21
2018 Gardagolf finale -22
2019 Olgiata finale -16
2020 Chervó finale -20

 

Gli italiani all’Open d’Italia 2020

Il bicchiere è mezzo vuoto, siamo sinceri I nostri diciassette connazionali non hanno brillato particolarmente. E’ stato un ottovolante: per un Paratore in affanno c’è stato un Migliozzi bravo a rialzarsi nelle ultime 18 buche, per uno Scalise sugli scudi nei primi due giri c’è stato un Maccario in forma sabato e domenica.

Guido Migliozzi e Gian Paolo Montali

Sempre costante Laporta, con qualche rammarico Gagli. Spiace per chi non ha passato il taglio, da Dodo Molinari a Bertasio, da Romano a Manassero. Altra bella storia da incorniciare quella di Tommaso Perrino.

 

L’anno prossimo si raddoppia

Con la tappa in Lombardia (41esima edizione dell’Open da queste parti in 77 edizioni) si è chiuso il periodo dell’Open itinerante.

Ross McGowan

Per i prossimi tre anni si giocherà al Marco Simone, percorso di Ryder Cup 2023. Ma non potrebbe essere l’unico grande appuntamento internazionale con sede in Italia. Chimenti infatti ha ribadito che nel 2021 “probabilmente avremo due tappe dell’European Tour. Sarebbe davvero un gran risultato per il nostro Paese e per tutto il movimento golfistico. L’auspicio è che nel frattempo il virus sarà stato sconfitto”.

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