C’è tanta voglia di golf in giro per il mondo. Lo provano alcuni numeri che circolano in Rete tra gli addetti ai lavori. Dopo il Covid, un po’ in tutto il mondo, in moltissimi hanno scelto di ripartire da un campo da golf, sfruttando una nuova gerarchia di valori post-pandemia favorita anche dallo smart working. I battistrada della ripartenza sono gli Stati Uniti e l’Inghilterra.
Cominciamo dalla culla del golf, vale a dire l’Inghilterra. Jeremy Tomlinson, ceo di England Golf (la federgolf inglese), ha dichiarato un paio di settimane fa che “dal 13 maggio ad oggi ci sono stati 20mila nuovi iscritti alla federazione. I giri giocati tra giugno e luglio 2020 sono stati il 60% in più del 2019 e il trend di crescita sembra confermato per agosto”. Numeri da capogiro anche per una nazione dove il gioco del golf è una tradizione secolare, senza pregiudizi o barriere di varia natura.
L’annuncio arriva al Sunday Times di qualche giorno fa e i colleghi inglesi hanno girato per i circoli londinesi a caccia di conferme. In uno dei più importanti, l’Ealing Golf Club, lavora come direttore Ricky Wilkinson, ex giocatore di Walker Cup. ”Ho giocato a golf ad ogni livello e per molto tempo – ha dichiarato – ma non ho mai visto nulla di simile. Mai così tanti giocatori, tante richieste di iscrizioni, un elevato numero di club fitting come in questi mesi di post lockdown. Da aprile abbiamo cento soci in più. Abbiamo visto persone di ogni estrazione sociale venire al golf per fare qualcosa insieme. Il mio collega Neil Jordan ha lezione prenotate fino al 30 agosto, ossia ogni mezz’ora dalle 8 alle 12,30 dal lunedì al venerdì”.
Meno pay and play
Una delle chiavi di lettura di uno sviluppo simile (oltre condizioni meteo favorevoli e al distanziamento) va ricercata secondo il Sunday Times nella precedenza riconosciuta a chi ha lo status di socio.
Ogni circolo prima pensa a trovare un tee time per un socio, poi eventualmente per i non soci (vedi la formula pay and play). All’ennesimo “no, siamo pieni” più di un inglese ha deciso a diventare socio del circolo e garantirsi la scelta del tee time.
Il boom confermato dai dati GPS
Diverso il metodo di raccolta dati ma comune il risultato che arriva dalla Shot Scope, un’azienda che produce GPS e sistemi di geo-localizzazione. Shot Scope ha studiato l’attività di 50.000 giocatori di golf in giro per il mondo a luglio, comparandoli con lo stesso periodo del 2017, 2018 e 2019.
E’ emerso che i giri nel Regno Unito sono aumentati del 40% rispetto alle stagioni precedenti, registrando l’incremento più consistente. Negli Stati Uniti l’aumento è stato del 35 % e in Canada del 12,7%. In Europa la crescita è stat del 29%. Solo la voce “Resto del mondo” non ha una variazione in doppia cifra (7,5%).
PS – Non riesco a trovare riscontri sul nostro Paese e chiedo a direttori e segretari di circoli di dire la loro. L’ideale sarebbe conoscere i numeri reali. MI accontento anche di un’opinione personale degli addetti ai lavori.
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