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Open d’Italia 2020 di golf, eppur qualcosa si muove

di Sauro Legramandi @Sauro71
Open d’Italia 2020 di golf sì, Open d’Italia no. Più di un golfista sta sfogliando i petali di una margherita virtuale. Ad incentivare tale passatempo il tam tam social che vorrebbe come certa la ricollocazione dell’Open nel calendario dell’European Tour senza specificare su quale percorso.

Franco Chimenti (foto Federgolf)

In quella margherita a rimanere attaccato è spesso il petalo che fa più comodo, in base a fattori che vanno dalla passione sportiva al puro tornaconto personale. Ad oggi, fine luglio 2020, posso dire senza timore di smentita che l’Open d’Italia è un punto interrogativo grosso come il nuovo Bryson DeChambeau.

Attenzione: già il fatto che abbia un punto interrogativo e non la generica scritta CANCELED è un passo in avanti. Senza andare lontano: dal calendario è scomparso l’Open di Spagna 2020, il Paese del numero uno al mondo e il Paese dove il golf ha conosciuto uno sviluppo senza pari. Il CANCELED all’Open spagnolo (previsto dal 15 al 18 ottobre) aumenta l’importanza di un eventuale Open d’Italia 2020 di golf, certificando il lavoro di Federgolf per allestire la gara tra mille difficoltà.

 

Come stanno le cose oggi

Ufficialmente l’Open d’Italia 2020 di golf è stato depennato dal calendario dell’European Tour. La pandemia ha stritolato Major, Olimpiadi e Ryder Cup 2020: il nostro Open non aveva chances di restare in campo.

Ufficiosamente la situazione è diversa. Dopo il rinvio della Ryder Cup 2020, fonti certe mi confermano la trattativa tra la nostra federazione e il board dello European Tour per trovare una data sicura dove fare disputare l’Open d’Italia. Non giriamoci attorno: se si giocasse l’Open non sarebbe più una gara da sette milioni di dollari. Si lavora a un Open d’Italia in tono minore, senza montepremi stellare e senza l’egida Rolex Series. Visti i tempi credo che qualsiasi golfista comprenda le ragioni di una simile scelta.

Secondo Federgolf l’Open d’Italia 2020 di golf deve assolutamente fare rima con il termine “sicuro”. Questa concordanza non ha alternative ma molteplici declinazioni. Vediamone alcune.

 

Seconda ondata di coronavirus a ottobre?

Matteo Manassero all’Open d’Italia 2019

La prima, la più semplice di tutte, ci riporta alla stretta attualità: il governo Conte potrebbe prolungare lo stato di emergenza per il coronavirus sino a fine ottobre. Una scelta che porterebbe a un Open d’Italia 2020 di golf a porte chiuse per evitare assembramenti e possibili contagi. Uno spettacolo per nulla edificante. Inutile per tutti, dagli appassionati agli sponsor, dai giocatori alla promozione del golf in Italia.

 

Giocatori in quarantena? No grazie

E’ necessario poi tutelare la salute dei professionisti in campo e dei loro staff. Giocare in Italia a pandemia ancora in corso vorrebbe dire mettere in conto un periodo di quarantena. Si tratta della stessa cautela che frena i professionisti europei dal volare negli Usa per giocare sul PGA Tour. L’italiano più forte di sempre, Francesco Molinari (da pochi giorni cittadino di San Francisco a tutti gli effetti) difficilmente verrebbe in Italia per poi restare bloccato in quarantena.

 

Gli sponsor

La sicurezza di cui sopra è legata anche a Infront e alla ricerca degli sponsor.

Justin Rose all’Open d’Italia 2019 (foto Ansa)

Non si vuole correre il rischio di svendere il golf in un periodo così delicato per l’intero movimento italiano. Nessuno può permettersi un flop, in primis la Federazione. Prima di staccare l’assegno, ogni imprenditore vuole delle garanzie sul rapporto costi-benefici: un conto giocare a golf a fine ottobre, un altro a tre settimane da Natale.

I contratti televisivi per la copertura dell’evento sono a buon punto, mancano dettagli e firma in calce ma è evidente che la cornice dell’evento sia tutta da vedere. Si tratta di tante tessere di un domino: se ne cade una vengono giù tutte le altre.

Dove si gioca?

Salute pubblica, salute dei giocatori, sponsor da conquistare: tre declinazioni di sicurezza che vanno di pari passo con un altro aspetto di non piccolo conto. Quale percorso ospiterà l’eventuale Open d’Italia 2020 di golf?

Andrea Pavan all’Open d’Italia 2019.

La Regione Lazio resta in pole position ma resta da capire quale circolo sia in grado di ospitarlo e organizzarlo. I tempi sono stretti. Ogni struttura ha i suoi programmi e i suoi soci: ospitare un Open significa prestigio e fatica. Si parla di fermare l’attività sportiva per diverse settimane (quindi, oltre al lockdown, altre giornate senza incassare) per adeguare il campo e realizzare la logistica.

La Federazione sta vagliando diverse sedi per farsi trovare pronta quando dal Tour le presenteranno una data.

Una volta ottenuta la disponibilità del circolo sarà necessario il sostegno economico della Regione visto che un Open rappresenta una vetrina unica per il turismo di qualsiasi angolo d’Italia. Avere l’Open d’Italia 2020 di golf in casa significa visibilità internazionale, centinaia di persone tra circus e spettatori in loco e una massiccia copertura mediatica. E’ un investimento turistico di primo piano che prevede adeguate coperture economiche.

Concludendo: non è detta ancora la parola fine sull’Open d’Italia 2020. E azzardo una data: entro il 10 agosto ne sapremo molto di più.

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