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Con il coronavirus carrelli da golf introvabili negli Usa: magazzini vuoti e su eBay…

Chi ha ancora uno o più carrelli da golf negli Stati Uniti se li tiene ben stretti. Una conseguenza della pandemia infatti è la caccia al carrello con le ditte produttrici che non riescono a far fronte alla domanda. I motivi sono essenzialmente due, uno culturale e uno sanitario.

Tutti lo vogliono… (Foto di Golfer da Pixabay)

Negli Stati Uniti il golf car è quasi un’istituzione con circoli che da anni hanno investito nel “parco macchine” puntando su mezzi comodi e tecnologici.

Di riflesso girare col carrello è diventato un modo antico e superato di giocare a golf. “Li usano i vecchi che giocano sui campi pubblici alle sei del mattino quando non c’è ancora nessuno” si diceva. Usare il golf car cozza con l’attualità: due o più giocatori non possono stare sullo stesso mezzo vista la necessità di evitare ogni forma di assembramento. Con il golf car off limits e l’ipotesi caddie non contemplata per lo stesso motivo, il carrello vive una seconda giovinezza.

“Un carrello da golf oggi introvabile come il gel ieri”

Lo scrive il Wall Street Journal: con la voglia di stare all’aria aperta e dimenticare il coronavirus tutti vanno in campo ma per non portarsi la sacca in spalla si cercano i carrelli, possibilmente elettrici.

Clicgear 4.0

“Non c’è nulla di strano: oggi trovare un carrello è difficile come qualche settimana fa lo era comprare gel sanificante o carta igienica” dice al quotidiano statunitense Todd Hansen, un pezzo da novanta del golf business americano. Hansen è un pezzo grosso della ProActive Sports Group, l’industria che commercializza la linea di carrelli Clicgear.

“Non appena è stato diffuso il nuovo protocollo post-virus – prosegue – abbiamo svuotato i nostri magazzini ma i rivenditori locali ne volevano sempre di nuovi. Per ripartire con la produzione potrebbe servire settimane viste le difficoltà di approvvigionamento della materia prima e dei problemi della logistica”.

Quindi non è rimasta che la Rete e eBay.

I carrelli da golf in Rete

Spia del sentiment ancora una volta “zio” Google: il motore dei motori di ricerca ha reso noto che la voce “accessori per sacca di golf” era in vetta alle classifiche di vendita al dettaglio. In particolare, come sottocategoria, c’erano “carrelli da golf” “golf pull carts” e “Clicgear 4.0”. Quest’ultimo risulta avere un prezzo di 259 dollari sul sito della casa produttrice. Su eBay c’è chi giura di averlo visto in vendita a oltre 700 dollari.

Il colpaccio di Pinehurst

Chi sotto sotto se la ride sono gli amministratori del Pinehurst Resort, storico percorso della Carolina del Nord. A gennaio, in tempi non sospetti, avevano portato da 60 a 140 il numero dei carrelli a disposizione (a pagamento) dei giocatori perché “avevamo notato che tra i giovani andavano a ruba”.

Golf car ai box per ora

Mai scelta fu più azzeccata: oggi, in tempo di coronavirus, i carrelli sanificati da affittare sono esauriti entro le 11 del mattino. “Qualche anno fa il carrello era sinonimo di campi di un certo tipo, di un golf a basso costo. Qualche giocatore professionista scherzava  chi li usava – dice al Wall Street Journal Tom Pashley, presidente di Pinehurst – Oggi i carrelli sono ammessi su percorso numero 2 di Pinehurst dove si giocano gli Us Open“.

E lo stesso Pashley non disdegna di farsi un giro in campo spingendone uno.


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