di Sauro Legramandi (@Sauro71)
Nel golf la macchina per viaggiare nel tempo esiste. Il prototipo, testato e brevettato, si chiama hickory golf e, udite udite, è già disponibile sui green italiani. Il prossimo viaggio nel passato è programmato per fine maggio tra Cortina d’Ampezzo, Cansiglio e Asolo. L’esperienza è di quelle forti e i posti a disposizione non sono illimitati.
Per chi non lo sapesse giocare hickory significa giocare il golf di cent’anni fa e oltre. Un golf fatto di legni nel vero senso della parola: chi gioca hickory utilizza bastoni in legno di noce canadese. Roba d’altri tempi, esattamente prima del 1935, anno considerato lo spartiacque con il golf moderno. “Quando colpisci la pallina con un legno di noce provi una sensazione indescrivibile” dice Enrico Budel, fondatore di Italian Hickory Players, ossia il prototipo della macchina del tempo italiana.
Hickory golf non è roba da nostalgici ma da amanti di un golf che non esiste più. Il golf come qualsiasi altro sport ha tenuto il passo con i tempi, evolvendosi sempre più velocemente. Ed è giusto così: lo sport – declinato in sua qualsiasi disciplina – è competizione, spettacolo e business. Però il primo golf, quello che potremmo definire “acqua e sapone”, ha un fascino tutto suo. Il paragone è certamente azzardato ma ti ricordi il primissimo legno e il primo ferro che hai preso in mano? Quanto pagheresti per andare indietro fino a quel giorno e a quel tipo di attrezzatura? Hickory rappresenta quel ritorno alle origini moltiplicato all’ennesima potenza. Si usano legni, sacche e palline d’epoca, è consigliato un abbigliamento adeguato, ci si sfida con un handicap adattato e su distanze leggermente ridotte.
Hickory golf – La filosofia
Italian Hickory Players è l’associazione con base nella veneziana Ca’ della Nave che raggruppa gli appassionati di questo golf di una volta.
“Siamo pochi ma cresceremo – prosegue Budel – perché non ci conosciamo ancora molto. Capita di andare a giocare hickory in Austria o in Svizzera e di trovare golfisti italiani”. Ogni Paese ha una o più associazioni simili a quella italiana e tutte fanno capo all’americana Society of Hickory Golfers, fondata nel 2000 e considerata la Saint Andrews di questo modo di intendere il golf. “Lo scopo di SoHG è fornire supporto e regole all’hickory golf, stabilirne gli standard tecnici e divulgare la passione per il gioco con legni in noce. Siamo giocatori, non solo collezionisti di golf” c’è scritto nella home page del sito.
L’attrezzatura
Parole chiare come chiari e lineari sono i concetti dietro il mondo hickory. Stabilito il principio (giocare il golf dell’eta del legno) il resto viene di conseguenza.
Vista l’ovvia difficoltà a reperire bastoni di un secolo fa e passa, l’attrezzatura odierna deve essere autorizzata dalla Society of Hickory Golfers. La sacca (d’epoca pure lei) può contenere solo nove legni. Le palline sono quelle moderne che hanno ottenuto il via libera dalla SoHG. Si gioca con abbigliamento del tempo che fu. In alternativa sono ammessi pantaloni, camicia, cravatta o papillon e caps.
Cosa c’è nella sacca dell’hickory golf
Online si reperiscono alcune dritte su come approcciarsi al mondo hickory. La prima cosa da fare è afferrare il bastone per sentirne il peso. I legni hickory sono spesso più pesanti di quelli moderni ma sono sufficienti una dozzina di swing di prova per capirne portata e difficoltà.
Sul versante del legno, le teste sono più piccole di quelle moderne. Sopra c’è stampato il nome del produttore o quello del professionista per cui erano state realizzate con relativo circolo di appartenenza. Il loft è tra i 12 e i 20 gradi. Una volta sul tee di partenza, il giocatore deve ricordarsi di avere tra le mani il solito driver 2.0 bensì quasi un ferro 3 o 5. Da tenere a mente anche che nel mondo hickory la pallina viene colpita più in basso del solito.
Nella sacca classica c’è un mid-iron (un 25 gradi odierno) e un mashie, roba da 150 metri di distanza come con un ferro 6 o 7 dei giorni nostri. Il mashie viene usato anche per il chip and run attorno al green. Chi lo usa lo descrive come “un legno buono per tutte le situazioni”.
Presente anche il mashie niblick, un 8 gradi utilizzato per gli approcci da cento metri.
Come tutta l’attrezzatura hickory questi legni non consentono di imprimere alla pallina molto effetto: nell’approccio in particolare è consigliabile giocare qualche metro prima di dove approcceremmo con un pitch moderno.
L’equivalente del sand attuale è il niblick, pensato anche per gli approcci più corti. Senza età il putter: nell’era hickory è in acciaio forgiato, in grado di restituire una gran bella sensazione quando la pallina viene colpita correttamente. Sembra leggero ma un grip come si deve non farà sentire la differenza con il putter moderno. Quelli d’epoca arrivavano fino a 10 gradi di loft perché servivano per green lenti e con erba alta.
Dove si gioca hickory
Scommetto che un pizzico di voglia di metterti alla prova ti è venuta. Chi ama il golf non può non avere uno slancio verso il mondo hickory. Non a caso anche un certo Costantino Rocca si è misurato in una gara hickory.
Se siete in zona provate a passare a Ca’ della Nave, a Martellago (Venezia): il green fee per 18 buche compreso di sacca a noleggio è di 50 euro. Online anche un concorso per la miglior fotografia che immortala il golf di una volta: la premiazione a settembre.
Se poi vuoi provare una full immersion devi segnarti tre date sul tuo calendario golfistico-turistico, ossia le gare promozionali aperte a giocatori hickory e aspiranti tali. Gli appuntamenti sono per il 31 maggio ad Asolo, il 1 giugno al Cansiglio e il 2 a Cortina d’Ampezzo. Come ogni stagione anche quella del golf d’epoca ha il suo Open: quest’anno è fissato il 20 e 21 settembre a Ca’ della Nave. Per chi vince il sogno prosegue: dal 20 al 24 ottobre il World Hickory Open 2019. La sede prescelta è la Scozia: i percorsi per rivivere il golf di una volta sono Dunbar, Kilspindie, Gullane 2 e Gullane 3.
Se qualche circolo volesse organizzare una giornata di hickory golf non deve fare altro che cliccare qua.
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