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“Golf a scuola: a Bibbona 186 iscritti, al campo pratica ne sono arrivati 5 e poi sono spariti”

Il post sull’ingresso del golf a scuola ha suscitato parecchio interesse, segno che si tratta di un argomento molto sentito. Fra i vari riscontri mi ha colpito un commento arrivato da Bibbona dove un’esperienza del genere non ha dato purtroppo i frutti sperati. Ho chiesto a Sergio Borgioli, segretario del circolo “Le Capanne” di descrivere come sono andate le cose. Ecco il suo racconto e la sua analisi. Dopo averla letta scrivi che ne pensi?

Per provare il golf a scuola vanno bene anche questi putter...

Per provare il golf a scuola vanno bene anche questi putter…

I corsi di golf a scuola – anno scolastico 2017/18, realizzato in collaborazione col sindaco Massimo Fedeli – si sono tenuti con cadenza settimanale, coinvolgendo due classi di terza, due classi di quarta e una quinta delle primarie, due classi di prima e due classi di seconda media. In totale sono stati coinvolti 186 bambini. La durata è stata di cinque mesi. I corsi si sono tenuti nella palestra della scuola e sono stati approvati dal dirigente scolastico in carica.Ci siamo dotati di ferri legni e putter di adeguate lunghezze, per bambini. Avevamo palline leggere ma di ottima consistenza (quelle usate per lo street golf) e di palline omologate, per il putting.

Al momento delle lezioni si attrezzava la palestra con cinque tappetini di erba sintetica, bersagli, ed un’area di putting green con due tappeti con buca. Il corso era tenuto dal sottoscritto con la collaborazione di mia moglie Silvana che si occupava del putting. L’impegno era su due giorni settimanali, con le classi che si alternavano.

I ragazzi interessati al golf a scuola, i genitori no

Al termine dei suddetti corsi si è fatta un’uscita, organizzata con gli scuolabus, al nostro campo pratica, con varie attività ludico-sportive e una piccola gara finale di putting e premiazione. Dopo questa esperienza siamo stati contattati dal Liceo Fermi di Cecina dove si è tenuta analoga attività durata un mese con le classi di seconda e terza.

I bambini delle primarie e medie hanno di mostrato in generale interesse e attitudine, mentre nessun genitore si è informato né documentato duranti i corsi. Alcune maestre hanno fatto svolgere un compito concernente la loro esperienza: gli svolgimenti, accompagnati da disegni vari, sono stati numerosi e molto positivi a dimostrazione del gradimento degli alunni.

A fine corso…

Dopo la sessione al campo pratica abbiamo consegnato ai ragazzi e alla scuola una lettera d’invito a frequentare gratuitamente il campo pratica, garantendo la nostra presenza per istruzione e sorveglianza. Solo cinque o sei allievi su 186 si sono presentati accompagnati da genitori o parenti, ma solo una o poche altre volte ciascuno e poi spariti nel nulla.

Durante i corsi di golf a scuola abbiamo informato il Comitato Regionale Toscano della Federazione. Abbiamo chiesto se esistessero aiuti, incentivi – anche solo con fornitura di attrezzature didattiche o tecniche – ma la risposta è stata totalmente negativa. Quindi abbiamo continuato da soli e solo con i nostri mezzi. Tutto assolutamente gratuito per le scuole comunali mentre il liceo ci ha riconosciuto un compenso di 150 euro lordi complessivi.

A seguito di questi corsi, alcuni genitori di bambini delle prime (non coinvolti nei corsi precedenti) capitanati da un genitore golfista ci hanno contattato per organizzare qualcosa per i loro figli.

Oggi abbiamo il club dei giovani che conta su dodici bambini da 5 a 10 anni che frequentano regolarmente. Alcuni di questi hanno già avuto l’esperienza del campo accompagnati dal sottoscritto.

Che cosa non ha funzionato

L’esperimento del golf a scuola non è stato negativo, perché l’interesse dei ragazzi era effettivo. Alcune maestre sono state molto collaborative e positive nel seguire gli studenti. I genitori invece non si sono mai interessati. Durante i mesi del corso nessuno si è presentato per capire cosa i figli facessero.

Purtroppo una volta finito il corso tutto si è dissolto. Il Comune doveva fare dei comunicati stampa che non sono mai apparsi nonostante il nostro contributo con i suoi addetti stampa, i ragazzi invitati a frequentare il campo pratica gratuitamente non si sono presentati se non cinque o sei che dopo un paio di volte non sono più venuti.

Ne deduco che manca la cultura golfistica nelle generazioni oggi in età genitoriale, dovuta dalla poca popolarità del nostro sport. L’apprendimento è lungo e difficile, i campi sono lontani o non accessibili. I media non ne parlano se non marginalmente in occasione di eventi eccezionali.Poi c’è il problema economico. Le persone che non conoscono le strutture di questo sport pensano che sia estremamente caro. In effetti se l’inizio è fatto di lezioni singole più le palline, più la tessera della Federazione e poi i bastoni e la quota associativa, quello che viene dopo (trasferte, green fees…) può rappresentare un costo eccessivo.

Perché? Perché sono pochi e poco veritieri i programmi della Federazione che ha pubblicizzato negli anni la possibilità di accedere a corsi collettivi a 99 euro. I corsi prevedono cinque lezioni di trenta minuti collettive, con l’obbligo della tessera federale a 100 euro. E poi? Chi vuol continuare deve trovare ulteriori corsi collettivi o lezioni individuali, i costi aumentano e gli allievi non imparano niente. Questo fa sì che l’approccio di persone che non conoscono effettivamente cos’è il golf sia molto scarso, figuriamoci i bambini!!

Cosa occorrerebbe fare? Promuoverlo massicciamente nelle scuole, con aiuti ai maestri di golf e ai circoli che intendono occuparsene. Avere campi pubblici, anche di ridotte dimensioni, che possano far giocare tutti, anche senza tessera federale, a costi veramente ridotti. Ma veramente si vuol far diventare il golf uno sport popolare? Ne dubito! A parole tutti lo dicono ma i fatti dicono che negli ultimi anni i praticanti siano notevolmente diminuiti. E questo anche fra i giovani: gli Juniores (6-18 anni) sono passati negli ultimi due anni da novemila a cinquemila.

Sergio Borgioli

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