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Golf, Melissa Reid fa coming out: “Amate chi volete, siate voi stesse”

C’è un tempo per ogni cosa. Per Melissa Reid è arrivato quello di fare coming out. La 31enne professionista ha annunciato in un’intervista ad Athlete Ally la sua omosessualità e la sua battaglia per la parità di diritti. Chi la conosce bene scrive di una donna che non ha mai fatto mistero di amare un’altra donna. Ora proprio il sentimento per la compagna l’ha spinta a metterci la faccia.

WEST DES MOINES (IOWA) Melissa Reid. (foto Stuart Franklin/Getty Images/AFP)

Chi è Melissa Reid

Mel Reid è nata e cresciuta a Derby, Inghilterra. Da bambina ha giocato a calcio a fin quando le squadre erano miste. A 13 anni ha scoperto il golf ed è stata una folgorazione. A 14 anni ha deciso di diventare professionista e ci è riuscita. Oggi è la numero 249 del ranking mondiale: in bacheca sei vittorie sul Lady European Tour (il principale circuito al mondo dopo quella Usa) e tre partecipazioni alla Solheim Cup, l’equivalente femminile della Ryder Cup. Purtroppo la sua vita prima e la sua carriera poi sono state segnate dalla morte della madre Joy, scomparsa nel 2012 in un incidente d’auto mentre stava andando in Germania per vederla giocare. Disperazione e senso di colpa hanno lasciato il segno, con Melissa spesso costretta ad arrancare nei tornei del LET. “La mia vita era un casino – disse qualche anno dopo quel triste maggio 2012 – ero vicina al tasto dell’autodistruzione, cercavo tanta gente ma ero tanto sola”.

“Spero di aiutare qualcuno”

Adesso tutto sembra essere superato. Melissa Reid guarda avanti e attorno a sé. “Ogni essere umano deve essere sé stesso – ha detto la giocatrice inglese – e nessuno si deve sentire sminuito per un amore non socialmente corretto”.

CHICAGO Melissa Reid al 2016 UL International Crown ( Foto Matt Sullivan/Getty Images/AFP).

Lei ammette di non aver avuto grossi problemi da questo punto di vista, avendo raccontato tutto per tempo ai suoi genitori. Adesso, dopo sei mesi di riflessione, Melissa Reid ha deciso di uscire allo scoperto per infondere coraggio a tutte quelle donne nella sua stessa situazione. “Nel mondo ognuno di noi è unico. Si vive una volta sola, è vero: chiunque deve vivere al meglio, deve essere orgoglioso di chi è e come è. Io oggi sono me stessa e ben venga fare coming out se la mia storia può aiutare anche sola una persona. La mia è una lotta giusta”.

Lo sponsor può attendere…

Nello sport, con gli occhi di tifosi, media e sponsor costantemente addosso, è difficile fare coming out. Di recente, sempre nel golf l’aveva fatto Tadd Fujikawa, pro americano.

A volte risulta controproducente esternare un pensiero che non sia legato ad approcci, swing e putt. Chi ha un’opinione politica la tiene per sé spesso e volentieri: figuriamoci aprire al mondo la propria sessualità. Mel fa coming out e pensa al prossimo: “Mi piacerebbe avere più donne nel mondo del golf, anche come spettatrici. Mi piacerebbe anche vedere più sponsor per atlete donne. Ho dovuto proteggere a lungo la mia sessualità per aiutare la carriera e garantirmi più sponsor. Poi un bel giorno mi sono chiesta: perché questi marchi mi vogliono sponsorizzare? Perché non posso essere me stessa? Allora ho deciso di non farmi rappresentare da chi non avrebbe voluto mostrare la vera Mel”.

L’impegno in prima persona

La 31enne proette ha scelto di raccontarsi per la prima volta in un’intervista ad Athlete Ally, un’organizzazione americana che si batte per la parità di accesso allo sport a prescindere da orientamento sessuale e identità di genere. Sul loro sito si legge, tra gli obiettivi, del tentativo di porre fine “all’ondata di omofobia e transfobia esistente nello sport”.

WEST DES MOINES (IOWA) Melissa Reid in conferenza stampa per la Solheim Cup 2017 (Foto Stuart Franklin/Getty Images/AFP).

Sotto questo punto di vista com’è la situazione nel golf femminile? “La LPGA, il circuito americano, sostiene questi principi  ma in molti Paesi dove giochiamo essere omosessuali è ancora disapprovato” spiega Melissa, sorvolando sul fatto che LPGA sia stata una delle poche leghe femminili a stelle e strisce a non celebrare a giugno il Pride Month. “Sponsor a parte – chiude Mel – non ho avuto problemi grossi in questi anni con la mia sessualità. Chi mi conosce lo sa. L’unico inconveniente si è verificato quando ho portato la mia compagna a cene o premiazioni: a seconda della circostanza o della cultura ho dovuto presentarla in modi diversi”.

Ma ora non accadrà più…

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