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“Forza Matteo Manassero, il grande golf e chi ti stima come me ti aspettano”

Matteo Manassero ha perso il diritto di giocare nel 2019 sullo European Tour. Potrà riconquistarlo attraverso una gara di qualifica con altre decine di professionisti. Non è facile. Michele Ortolani, giovane giocatore professionista, conosce Matteo, la sua forza e la sua storia. Per “Golfando” scrive questo post fatto di sincerità e certezze.

di Michele Ortolani @MicheleOrtolani

Questo weekend l’European Tour ha visto perdere la categoria di gioco ad uno dei giocatori più prestigiosi e più amati dal pubblico: Matteo Manassero. Il golf Italiano non è pronto per questa perdita. Matteo è un’icona per tutti noi.

Matteo Manassero (foto Ornella Parigi)


Fa male vederlo senza la “carta” (ossia non aver finito la stagione entro i primi 120 del ranking europeo) al termine della sua esenzione quinquennale per la sua vittoria al BMW PGA Championship.

Conosco Matteo, ho avuto l’onore di potermi allenare con lui per qualche periodo a Monticello nei suoi anni d’oro e parzialmente durante il suo periodo nero. Sicuramente per arrivare a questa situazione ci sono stati degli errori, ma per poter commettere degli errori bisogna aver scelto. E’ stato necessario prendere dei rischi e mettersi in gioco per arrivare a raggiungere obbiettivi sempre più alti.

A 21 anni ha puntato sui major

Basta mettersi nei suoi panni . A soli 21 anni si è trovato dove il 99,9% dei golfisti professionisti sognerebbero di arrivare in una intera carriera, ma lui non si era sentito arrivato. Anzi: aveva appena realizzato uno dei tanti sogni nel cassetto.

Ortolani: come scrisse un giornalista su Matteo Manassero “Form is temporary, class is permanent” Condividi il Tweet

Con cinque anni di esenzione e tante ambizioni si ha molta tranquillità di azione. Quindi si possono intraprendere lavori a lungo termine senza la preoccupazione che mancare qualche taglio peserà sulle opportunità di gioco per l’anno successivo. Dunque, il nostro Matteo ha iniziato un processo di “metamorfosi” verso la conquista di tornei ancora più prestigiosi: un torneo Major.

Ovviamente questo processo non lo ha portato adesso a vincere dei Major . Purtroppo ha ottenuto un effetto contrario, ma non sono qui per criticare. Sono qui per sensibilizzare il nostro pubblico che è tanto bravo ad elogiare, ma al contempo pronto a conficcarti un pugnale sulla schiena appena non centri i risultati sperati.

“Siete mai caduti dalla bici? Io e Matteo sì”

Il golf è un gioco di equilibrio, se solo si sposta il peso un po’ troppo si cade. Una volta caduti rialzarsi è assai complicato, soprattutto quando hai giocato per tutta la vita in un equilibrio perfetto. Immagino che improvvisamente ci si chieda come mai possa essere così difficile eseguire colpi che prima non richiedevano il minimo sforzo. Allo stesso modo ci si domanda che fine abbia fatto la serenità su un tee shot stretto. E ancora: come fallire un putt per il birdie in costa che prima si imbucava ad occhi chiusi. La fiducia una volta persa, è difficile da riprendere.

Matteo Manassero con Francesco Molinari alla World Cup 2016 in Melbourne (Foto Afp)

Come quando si cade in bicicletta. Vi ricordate come vi siete sentiti prima e dopo la prima caduta? Io sì, molto bene.  Prima mi sentivo un drago, poi appena caduto ero un gattino impaurito anche dalla mia stessa ombra. Ecco questa è sicuramente la sensazione che Matteo Manassero sta cercando di superare. E sono sicuro che la supererà presto.

“Offese tante, incoraggiamenti pochi”

Probabilmente, se al posto del peso delle critiche dei tifosi italiani ci fossero state parole di incoraggiamento la situazione sarebbe cambiata.

Matteo Manassero alle Olimpiadi di Rio

I tifosi a tratti lo hanno insultato, sminuendo ogni sua performance con i soliti cliché tipo “ma come fa a sbagliare un putt così?” oppure “se mi allenassi tutto il giorno tutti i giorni passerei anche io i tagli!”. Sono invece mancate affermazioni come “abbi pazienza”, “credi in te stesso”, “sei forte”. Chissà, con parole di questo secondo tipo, magari la sua ripresa sarebbe stata più veloce…

Spesso le persone giudicano senza prima informarsi, parlano per sentito dire, a spanne. Siamo sempre più bravi a fare ciò che fanno gli altri quindi pronti a sminuire qualsiasi cosa. Il golf è uno sport, come nella vita, maledettamente facile quando viene tutto bene ed estremamente difficile quando va un po’ a zig zag.

Immagino il sabato quando hanno finito il secondo giro a Valderrama i commenti su Matteo Manassero comodamente pronunciati sul divano o in una clubhouse.”E’ un giocatore finito”. Più difficile incoraggiarlo con frasi del tipo “Hai 25 anni, sei un fenomeno ugualmente tornerai presto sul tour” .

“Io tifavo, tifo e tiferò per Matteo Manassero”

Ora lo aspetta il terzo stage dove potrà riprendere la sua categoria finendo nei primi 25 oppure riprendersela giocando con inviti l’anno prossimo e qualche torneo con la sua categoria complementare.

Michele Ortolani

Come aveva scritto un giornalista dell’European Tour su Manassero l’anno scorso “Form is temporary, class is permanent”. Sono sicuro che Matteo tornerà al livello che merita. Sicuramente tirerà fuori una cattiveria nuova e presto, che sia quest’anno o nei prossimi anni continuerà la sua scalata e realizzerà i suoi sogni. E’ questione di continuare a provare, provare e provare ancora.

Io tifavo, tifo e tiferò Matteo sempre. Non tanto per il giocatore che è , ma sopratutto per la sua personalità splendida. Un esempio per tutti. FORZA MANNY!!!

PS – Sul circuito europeo 2019 giocano stabilmente i primi 120 giocatori dell’ordine di merito 2018. Dal 121esimo in giù sono necessarie delle “gare di qualifica” alle quali prendono parte anche i primi classificati dei circuiti satellite. Sono qualifiche a tre livelli: alla fine, il diritto di rientrare a pieno titolo sullo European Tour va a primi 25 classificati. Gli altri, a scalare, hanno la carta per giocare un certo numero di gare o, extrema ratio, devono attendere un invito. E’ un girone dantesco ma anche questo è golf.


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