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Costantino Rocca: “Grazie Francesco Molinari per la settimana che mi hai fatto passare”

di Sauro Legramandi @Sauro71
“Ringrazio Francesco per la bella settimana che mi ha fatto passare”. A dirlo non un giocatore qualsiasi ma il giocatore di golf italiano per antonomasia. Costantino Rocca si emoziona ogni volta che gli si parla di Francesco Molinari e Francesco Molinari ricorda Costantino Rocca ogni volta che si guarda all’indietro.

Costantino Rocca commosso con Francesco Molinari

Costantino Rocca commosso con Francesco Molinari

L’ha fatto ad ogni vittoria in carriera, dall’Open d’Italia all’Open Championship. L’ha ripetuto in queste ore dopo aver alzato al cielo la Ryder Cup 2018 a Parigi: “Mi auguro che questa vittoria possa essere d’ispirazione per tanti giovani – ha detto Chicco dopo la grande festa – così come lo è stato per me quando da bambino ho ammirato Rocca davanti alla tv”. Una bella soddisfazione, frasi che inorgogliscono anche chi ha girato il mondo per anni vincendo e raccogliendo consensi.

“Francesco ha una maturità mondiale”

“Ero in Francia per la Ryder, ci siamo visti – attacca Rocca – e Francesco mi ha fatto emozionare, è stato fantastico. Se lo merita. Quelle parole nei miei confronti mi fanno piacere, ovvio. Il sentimento è reciproco. Francesco era forte quando ho giocato con lui quindici anni fa e ora ha preso le decisioni giuste per la sua carriera. Ha acquisito una maturità mondiale. Sono felice per lui sia quando vince che quando non succede. Sa prendersi le sue responsabilità”.

Impossibile non parlare di Ryder Cup con il primo italiano che l’ha giocata e l’ha vinta. Non solo: fino a domenica pomeriggio “Tino” era l’unico europeo ad avere sconfitto Tiger Woods in un singolo di Ryder Cup. Ora gli fa compagnia Jon Rahm. “Questa è una vittoria pesante – dice – sette punti di distacco sono tanti perché di là c’era una squadra fortissima. Anche noi non scherzavamo… Loro favoriti? Sulla carta sì perché nel ranking sono tutti in alto ma noi europei da tante settimane stavamo giocando bene anche in America”.

[bctt tweet=”Costantino Rocca: se non creiamo una base quando avremo un altro Francesco Molinari?” username=”golftgcom”]

Il bergamasco non fa nulla per nascondere il senso di appartenenza alla squadra europea e all’Europa. “Siamo forti, con Francesco c’era gente del livello di McIlroy, di Poulter, di Fleetwood. Gente che sa soffrire anche se domenica a soffrire per un po’ siamo stati tutti noi”. Il riferimento è all’avvio dei dodici singoli, una partenza a razzo degli americani nei primi quattro match play, capaci di vincere tre match e pareggiarne uno. “Mr Ryder Poulter ha portato un punto importantissimo con Dustin Johnson, è andato 2 up in un momento delicato. Anche Rahm ha tenuto a bada Woods altrimenti il vento sarebbe cambiato per noi. Questo è il bello del nostro sport”.

Costantino Rocca: “In Ryder Cup devi attaccare”

Uno sport diverso dagli altri, una Ryder diversa da tutte le altre gare dei circuiti professionisti europei o americani. “Quando la giochi devi impostare il tuo gioco in modo differente – spiega Costantino Rocca – perché non hai una seconda possibilità. Devi aggredire la bandiera come se non ci fosse un domani. Sul tour puoi fare calcoli, sommi gli score di due giorni. In Ryder no: tutto e subito”.

VALDERRAMA 1997 – Ballesteros (capitano) si congratula con Costantino Rocca e Jose Maria Olazabal per aver battuto David Love III e Fred Couples nel foursome della Ryder Cup. (foto Afp)

Da uomo di campo qual è, Rocca riconosce anche i meriti di Thomas Bjorn. Il capitano è stato bravo a preparare Le Golf National in modo da mettere in difficoltà il Team Usa, composto da professionisti abituati a picchiare forte col driver. Giocando così, a Guyancourt si rischiava di finire nel rough e nel semi-rough. Sono strategie lecite in Ryder Cup, lo fanno i capitani Usa e lo rifanno i capitani di casa nostra.

“Adesso apriamo campi pubblici, attiriamo i giovani”

Francesco Molinari con Costantino Rocca

La domanda in stile Marzullo sorge spontanea: con un Molinari a questi livelli cosa cambia per il golf italiano? La risposta è altrettanto diretta: “Dobbiamo portare più persone a provare il golf. Lo provano e poi decidono se continuare o meno. Per questo servono campi e strutture pubbliche aperte a tutti. Ad esempio, pensiamo a quel bambino che ha visto in tv Francesco come Chicco vide me da piccolo. ‘Ho guardato la Ryder Cup e adesso cosa faccio con il golf?’ Dove lo provo’?”. Per il calcio, il tennis, il basket e la pallavolo la risposta stava negli oratori o nelle palestre comunali.

[bctt tweet=”Rocca: chi gioca a calcio difficile arrivi a San Siro, chi gioca a golf può giocare a St. Andrews” username=”golftgcom”]

E per il golf? “Se non crei la base, di Francesco Molinari non ne tiri fuori più un altro. In Italia i tesserati sono 90mila ma una tradizione noi l’abbiamo sempre avuta: prima di me – ricorda Rocca – c’erano i Baldovino Dassù, i Bernardini, gli Angelini, i Casera, i Grappasonni, tutta gente che ha vinto… Noi tutti discendiamo da loro. Guardiamoci in giro: in Spagna hanno capito da anni le potenzialità del golf. E’ un settore che genera molti posti di lavoro. In Inghilterra ci sono circoli di altissimo livello ed esclusivi ma pure tanti campi pubblici. Ai primi si arriva iniziando dai secondi. Tenga in mente questo: chi gioca oggi a calcio all’oratorio arriverà a San Siro solo da professionista. Chi inizia a giocare a golf oggi ha molte probabilità di giocare 18 buche a Saint Andrews. Un qualsiasi golfista gioca sullo stesso campo dove si sfidano Francesco Molinari e Tiger Woods“. Non è bello questo sport?

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