Francesco Molinari re d’Europa: la Ryder Cup 2018 torna a casa nostra

Di Sauro Legramandi @Sauro71

GUYANCOURT  – La Ryder Cup di Parigi è finita. E’ finita nel modo migliore per l’Europa che si riporta a casa un trofeo dal significato immenso per lo sport. Chi lo vince non incassa un solo euro in premio ma vive di gloria e orgoglio per i prossimi due anni. Il capitano di Team Europe si chiama Thomas Bjorn ma il leader è Francesco Molinari, esempio in campo e fuori.

Francesco Molinari

Thomas Bjorn festeggia con Chicco Molinari (foto Afp)

Chicco è stato il primo italiano a trionfare un torneo sul PGA Tour e il primo a farlo in un Major. Adesso alle porte di Parigi ha vinto cinque match su cinque, un terzo dei punti europei hanno la sua firma. Nella storia di questa gara è il quarto giocatore a vincere cinque volte su cinque (eguagliando l’impresa riuscita nel lontano 1979 allo statunitense Larry Nelson).

Che dire di un personaggio così? Mai sopra le righe, trasferitosi a Londra da anni con moglie e figli e il coraggio di lasciare l’Europa per misurarsi (e migliorare) sui campi americani con i più grandi del mondo. Adesso tra i più grandi del mondo c’è anche lui e si porta con sé un pizzico di Italia.

Da Moliwood a san Francesco Molinari

Un momento di meritata tenerezza con la moglie Valentina Platini (Afp)

Un momento di meritata tenerezza con la moglie Valentina Platini (Afp)

Molinari c’è e c’è sempre stato in questa Ryder Cup francese. Nel singolo l’altra metà dei Moliwood è andata a picco: Tommy Fleetwood le ha prese di santa ragione da Tony Finau. Per fortuna che, mentre il tabellone dei risultati si tingeva di un preoccupante rosso-America, Francesco c’era. C’era contro Phil Mickelson – non l’ultima delle matricole – Molinari è sempre stato avanti. Dalla prima alla sedicesima buca quando Lefty ha mandato in acqua il tee shot fatale. Buca, match e Ryder Cup a Francesco Molinari e all’Europa. La festa inizia in quel preciso istante: Team Europe oltrepassa quota 14,5 punti, quorum necessario per stappare lo champagne.

Jon, Ian e Olesen, punti pesanti

Francesco Molinari

Giuro: questo è Ian Poulter (foto Afp).

Francesco Molinari dunque iceberg di una squadra di rocce che non si sono smontate di fronte alla preventivata partenza a razzo degli americani. I ragazzi di Furyk sono arrivati addirittura a un solo punto dal Team Europe (10,5 a 9,5).

Prima di Chicco i tasselli del puzzle dei 4,5 punti mancanti erano stati completati da giocatori e uomini con storie diverse. John Rambo Rahm ha tenuto i nervi saldi contro Tiger Woods: lo spagnolo è sempre rimasto in testa tranne che alla 12 quando Big Cat lo ha raggiunto. Rahm ha sentito il peso sulle sue spalle e lo ha trasformato in birdie alla 13 e alla 14.

Altro punto pesantissimo e inatteso giunge dal match numero sette con la matricola danese Olesen eroica a dominare un certo Jordan Spieth, uno dei migliori americani di questa Ryder. Adesso con il mezzo punto preso da Casey, l’Europa è a 12,5 e indovinate chi entra in scena? Lui, Ian Poulter, ossia mr Ryder Cup. Un giocatore, una metamorfosi. Altalenante negli ultimi anni sul circuito ma fenomenale quando sente profumo di Europa. L’inglese ha sofferto Dustin Johnson proprio nei minuti in cui gli Stati Uniti parevano sul punto di dilagare. Poi ha svoltato Rahm e quindi ha svoltato anche Ian: tre birdie consecutivi sulla 13, 14 e 15. E l’assist per il nostro Chicco è servito. Il punteggio finale dice Europa 17.5, Stati Uniti 10.5. Appuntamento tra due anni a Chicago e tra quattro a Roma.

LA GIORNATA IN TEMPO REALE

http://golfando.tgcom24.it/2017/11/21/ryder-cup-2018-golf-francia/