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Il golf si globalizza: dal 2020 arriva l’handicap mondiale

Golf sempre più globale e globalizzato: in nome del concetto di uniformità, dal 2020 cambia il sistema di gestione degli handicap di gioco. Lo hanno deciso, dopo anni di studi e un panel di 52mila interviste in giro per il mondo, R&A e USGA, i massimo organismi del golf mondiale. La domanda sorge spontanea: tornerà la virgola? La risposta è immediata: no.

La decisione giunge dopo un dibattito lungo sei anni: il frutto è il nuovo handicap mondiale, chiamato semplicemente World Handicap System.

Tre i punti cardine alla base della rivoluzione:
– ogni golfista deve giocare l’handicap che più rispecchi la sua abilità in campo,
– permettere a un handicap di essere riconosciuto in Argentina e in SudCorea,
– allargare il numero dei giocatori in grado di prendere l’handicap.

Il via libera è arrivato da tutti gli enti che oggi gestiscono la materia nei cinque continenti, dalla Japan Golf Association al Golf Canada.

Al cambiamento si è arrivati dopo una ricerca condotta in 15 Paesi e un questionario al quale hanno risposto 52mila giocatori. Il 76% si è detto favorevole all’handicap mondiale, il 22% è disposto a valutarne i benefici mentre il 2% non voleva cambiare lo status quo. La percentuale bulgara di favorevoli lascia supporre che il sistema attuale sia in effetti obsoleto e superabile.

Niente virgola

Sul fronte di chi “si stava meglio prima”, non ci sono novità: la virgola non viene reintrodotta perché l’handicap verrà conteggiato in base ad una formula basata sulla media dei migliori risultati recenti.

Cosa cambia in sostanza?

Dal sito di Federgolf ecco spiegato passo per passo il nuovo handicap mondiale.

1 – L’handicap sarà calcolato sulla media dei migliori otto risultati validi degli ultimi venti e verrà aggiornato al termine di ciascun giro valido

2 – Si potranno ottenere punteggi validi per l’handicap su giri da 18 e 9 buche.

3 – L’handicap massimo resterà 54 per entrambi i generi

4 – Per assegnare il primo handicap sarà necessario ottenere un numero minimo di risultati a discrezione delle singole Federazioni.

5 – Il punteggio massimo registrabile a fini handicap in ciascuna buca sarà il doppio bogey netto equivalente a zero punti stableford.

6 – Al termine della gara verrà calcolato un aggiustamento dei risultati per tener conto di condizioni anormali del percorso e del tempo (ossia l’odierno CBA).

7 – Per valutare la difficoltà dei percorsi, continuerà ad essere utilizzato l’USGA Course Rating System. Pertanto gli handicap di gioco potranno variare da campo a campo esattamente come avviene con il sistema attualmente in vigore.

8 – L’EGA (European Golf Association) continuerà ad essere l’autorità responsabile per l’applicazione del sistema per le Federazioni sotto la propria egida, alle quali ne verrà demandata l’amministrazione nei loro Paesi.

Ricordando che dal 2019 entreranno in vigore alcune nuove regole, il golf in due anni va verso una rivoluzione. Che ne pensi? Sono due passi avanti o due passi indietro? Clicca e spiegalo qui.

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