Site icon Golfando, il blog del golf

Dieci domande su Tiger Woods: il golf, l’arresto e un campione perso

A 48 ore dal fattaccio, mi permetto di scrivere alcune considerazioni su Tiger Woods. Ritengo Tiger Woods il più grande giocatore di golf nato dopo Severiano Ballesteros ma spero di sbagliare quando scrivo che non lo vedremo ancora alzare un trofeo sul circuito pro. Considero il suo arresto a Palm Beach un fatto personale che non influenzerà il prosieguo della sua attività agonistica. Quella se l’è giocata quando testa e fisico hanno preso due strade diverse: l’una dritta in clubhouse, l’altro si alterna tra fisioterapista di fiducia e sala operatoria.

Tiger Woods al momento dell’arresto

Provo a spiegare questo pasticciaccio attraverso una serie di domande e risposte.

1 – Tiger Woods era ubriaco al volante ?

Probabilmente no ma l’agente Palladino, l’autore del controllo a Palm Beach, ne ha constatato prima lo stato confusionale e poi l’incapacità di eseguire i test di lucidità motoria tipici di chi è in stato d’ebbrezza (come reggersi in piedi da solo, tenere gli occhi aperti o camminare su una linea dritta). Nel sangue non c’era traccia di alcol, come provano due test con l’etilometro. È stato fatto anche l’esame delle urine: gli esiti arriveranno nelle prossime ore.

2 – Cosa sappiamo per certo?

Secondo la prima versione dei fatti Eldrick Tont Woods è stato arrestato perché “guidava in stato d’ebbrezza” a Palm Beach e portato in carcere. La seconda versione invece racconta di un Tiger trovato addormentato al volante della sua Mercedes nera parcheggiata col motore e quattro frecce accese sul ciglio della strada. All’agente l’ex numero uno al mondo, una volta “svegliatosi”, non è stato in grado di dire con esattezza dove si trovasse. Nel verbale c’è scritto che Woods “aveva un eloquio estremamente lento e biascicato”. Tiger si stava dirigendo verso sud, allontanandosi dalla sua casa di Jupiter Island, nella notte. Ha fornito versioni differenti su cosa stesse facendo, da dove provenisse e perché. Era collaborativo ma faticava a camminare. La sua auto, si legge nel rapporto, era ammaccata sul lato del guidatore e le gomme erano lisce.

3 – Il poliziotto ha fatto bene a fermarlo?

Si, ha fatto il suo dovere. Palladino ha capito che l’automobilista Woods rappresentava un pericolo. In quello stato era rischioso per lui rimettersi al volante ma era anche pericoloso per gli altri automobilisti. Non si è ancora in grado di stabilire a quando risalgano quei danni alla vettura.

4 – Come si è giustificato Tiger Woods?

Ha puntato il dito contro i farmaci da assumere dopo l’intervento alla schiena. Si è assunto le sue responsabilità.

5 – Cosa accade ora?

L’ex numero uno del golf non potrà guidare almeno per quaranta giorni. Il 5 luglio comparirà davanti a un giudice che ne deciderà il destino giudiziario.

6 – La foto segnaletica: c’è accanimento dei media?

Sì, come al solito. Chi arriva in alto nello sport ma anche nello spettacolo o nella politica è conscio che questa sia l’altra faccia della medaglia. Una pressione costante, una privacy ridotta ai minimi termini e un’eco paurosa quando qualcosa va storto. La foto segnaletica del vip arrestato fa scuola in America, quasi certificasse l’umanità del personaggio celebre. Come anticipato, la polizia di Palm Beach ha diffuso il video dell’arresto. Vedere il più grande giocatore degli ultimi vent’anni non reggersi in pieno fa venire i brividi.

BETHESDA Tiger Woods nel 2016 (Foto Afp)

7 – Questo episodio chiude la carriera sportiva di Tiger Woods?

No, ne segna comunque l’immagine. Questo fatto è emblematico che la fine del tunnel per l’uomo Tiger Woods non è per nulla vicina. Proprio come nel 2009. Quell’anno la moglie scoprì i suoi tradimenti e lui chiese scusa a tutto e tutti. All’epoca delle tv lo fece dopo qualche settimana. Oggi, nell’epoca dei social, l’ha fatto quasi in tempo reale. Per il sexgate entrò in una clinica per combattere la sua dipendenza dal sesso. Oggi è già in convalescenza per il quarto intervento alla schiena.

Tiger Woods sul New York Post 

8 – Cosa rappresenta Tiger Woods per il golf?

Negli ultimi vent’anni praticamente tutto. E’ stato il golf. L’emblema assoluto. L’uomo dei record: è l’unico a vincere i quattro major di fila tra il 2000 e il 2001. Nel 2006/07 vince sette tornei di fila. In totale conquista 79 gare delle 313 giocate in carriera. Supera il taglio per 142 tornei di fila, record inarrivabile. Tra il 1996 e il 2015 incassa 110 milioni di dollari solo come premi in palio in gara. Aggiungeteci sponsor e merchandising vari e avrete l’idea del business-Tiger (per lui e per il golf in genere). Obama ne volle fare un simbolo degli Stati Uniti multietnici.

 9 – Tornerà quello di prima in campo?

No. Nonostante lui dica di voler battere il record di 18 Major vinti da Nicklaus probabilmente i suoi resteranno i 14 attuali.

10 – La sua carriera è a rischio?

Sì ma non per l’arresto di Palm Beach. Lo era già da prima. Il suo problema è fisico (quattro interventi alla schiena ti lasciano il segno), anagrafico (41 anni non sono pochi in un mondo dove elasticità e potenza spesso sostituiscono classe e talento naturale) ma, credo, soprattutto mentale. In questo sport devi essere golfista quasi 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Devi avere la mente libera per concentrarti, per capire come il tuo corpo risponde agli stimoli, per studiare campo e strategie… Tiger Woods oggi ha tutto questo? Io credo di no. Non più.

Sauro Legramandi – @Sauro71

CHE NE PENSI? SCRIVILO QUA O LASCIA UN COMMENTO


ps – questo post è stato scritto mercoledì 31 maggio 2017 e aggiornato giovedì 1 giugno 


IL GOLF E LE SUE STORIE

 

Exit mobile version