Golfando: news, foto e storie di umanità golfistica

Luca Ravinetto, maestro di golf che scrive storie… di golfisti

Luca Ravinetto è maestro di golfisti ma non solo. E’ un professionista che, come i colleghi, organizza la sua giornata lavorativa in base alle richieste di noi comuni giocatori. Un’ora in campo qua, mezz’ora in campo pratica là. Tee shot da raddrizzare qua, putter da calibrare là. E’ questo l’universo che circonda un “normale” professionista di golf. Ravinetto è andato oltre perché è dotato di un notevole spirito di osservazione. Spirito che dispensa sia correggendo i suoi allievi in tre club toscani (San Miniato, Vicopelago e Bellosguardo) sia guardandosi attorno. Osservando, appunto.Luca Ravinetto golfisti

Credo che sia nel golf da tanti anni e che ne abbia viste di tutti i colori. Golfisti provetti e fenomeni. Giocatori naturalmente dotati e altri da destinare ad altro sport. Lui li studia e ne mette i contorni nero su bianco. Esatto: Luca Ravinetto scrive. Scrive di golf per passione come molti di noi. Scrive di ciò che conosce bene, ossia il genere umano con un debole per driver e mulligan. Il suo “sforzo” letterario si chiama Golfisti e non si trova in libreria. Si trova qua, distante un solo clic da chi sta leggendo queste righe.

Le storie di “Golfisti”

In Golfisti si racconta l’universo del circolo di golf che in teoria non esiste da nessuna parte al mondo. A pensarci bene quel circolo è il nostro. Il nome inventato è di fantasia fino a un certo punto: il Bardarolo Royal & Ancient Golf Club scommetto infatti che assomiglia al nostro club.

Luca Ravinetto in una foto tratta da Facebook

Ravinetto (mente anche di Percorsidigolf.com) ha condensato in quindici racconti gli idealtipi del giocatore di golf visti in questo ideale Royal & Ancient. A dire il vero, i golfisti di Ravinetto li conosciamo un po’ tutti. Sono stereotipi così diffusi da farci sobbalzare durante la lettura: “Ma uno come Giuseppe Calotti, quello che vuole migliorare senza fare lezione, c’è anche nel mio circolo” dice una vocina dentro di noi arrivando a pagina 11 del file PDF. E ancora: quel tizio, Biramberti, che arriva da quella specie di campo pratica di periferia chiamato Svicolone e che ora vorrebbe giocare sul nostro 18 buche simil-Augusta National non assomiglia al nostro Brambilla? E poi c’è Enzo, il gestore del ristorante che tutto vede e tutto provvede proprio come da noi. E la paura del primo tee shot di Ottavio Burioni, vicepresidente del Bardarolo Gofl, non è la stessa in ognuno di noi?

Ravinetto descrive i golfisti nei dettagli, portando a galla vizi e virtù che sono un po’ in tutti noi golfisti. Noi che parliamo alla pallina da golf in volo per indirizzarla dove dovrebbe. Noi che andiamo a lezione solo quando marchiamo troppe ics sullo score. E che scordiamo il maestro se giriamo due volte di fila in par. Luca, dotato di buona scrittura e stile fluente, prende per mano il lettore e lo porta a spasso nel suo mondo di golf.

Non ci credi? Clicca, leggi il PDF e poi torna qua per scrivere se non conosci di persona uno per uno i protagonisti delle storie di Luca. (Sauro Legramandi – @Sauro71)


Di seguito, uno dei racconti di Golfisti.

GOLF CLINIC

“Come in tutti i circoli che si rispettino, anche al Bardarolo Royal & Ancient Golf Club viene fatta tutti gli anni la bellissima, utilissima e rilassantissima, Golf Clinic.

La Golf Clinic in Italia è ormai da anni sinonimo di Agadir. Agadir per un golfista italiano è come il Vaticano per un cristiano. Praticamente tutti sono stati ad Agadir e chi non l’ ha fatto ci deve andare!!!

Una settimana, viaggio andata e ritomo, pacchetto All Inclusive, lezioni, palline per praticare, non comprensivo di Green- Fee, ma tanti misteri rivelati, a soli. …1400 euro.

In queste Golf Clinic non mancava mai nessuno dei personaggi che hanno segnato la storia del club. Biramberti del campo pratica Svicolone. Germano Virminio, in una temibile trasferta all’ estero dove pero’ nessuno lo conosce e quindi potrà usufruire di tutti i servizi come gli altri.

Forteguerri che sull’aereo legge tutto il libretto delle regole per non sfigurare con i giudici arbitri marocchini. Gennai che odia i negati marocchini più di quelli italiani. Calotti che ha già detto che lui le lezioni non le fa. Buroni che seguirebbe il maestro in capo al mondo pur di non lasciarsi sfuggire nemmeno una frase che potrebbe permettergli di migliorare il suo gioco.

Per recuperare i danni fatti negli ultimi due mesi portando il figlio a lezione da un altro maestro c’era anche la famiglia Staccioli al completo, con Giuseppe il presidente del circolo che andava per fare presenza, Federico per togliersi il One-Piece Take Away e la mamma che non mancava mai… …proprio mai.

A Milano Malpensa già le figure si distinguevano. Chi andava al bagno e si perdeva, chi sbagliava il numero del gate con quello del posto a sedere. Chi voleva far passare la sacca come bagaglio a mano per non perdere i bastoni. Chi cominciava a reclamare dicendo che se in Marocco non si piazzava voleva i soldi indietro.

Bella la fauna golfistica anche in questi ambienti cosi’ diversi, il maestro faceva da Virgilio a chi crede che il check-in sia un nuovo tipo di putt. Fra una chiacchierata su Tiger Woods ed una sulla differenza di cibo fra il cibo dell’aereo e quello di casa, il volo passava in fretta.

All’ arrivo non li attendevano un cartello scritto velocemente ed un marocchino con le ciabatte rotte, ma due bellissime hostess in bikini con uno striscione di 5 metri con su scritto: BARDAROLO ROYAL & ANCIENT GOLF CLUB. Per un attimo sfuggente ma infinito Germano si poteva sentire parte del gruppo, per una volta si poteva sentire figo, era un socio del Bardarolo Royal & Ancient Golf Club, 25000 euro di quota solo per entrare. Il giorno dopo l’arrivo era tutto per il Golf.

Buroni giocava sempre sul primo zerbino, era il secchione della classe. Quando il maestro chiedeva ad alta voce come si faceva uno slice lui alzava la mano per primo. Quando chiedeva come si faceva una palla alta lui alzava la mano per primo. Quando chiedeva come si giocava una palla infossata nel bunker lui alzava la mano per primo, non alzava la mano per primo solo quando veniva chiesto dove fossero le mogli, perché tutti lo sapevano, la sua era con l’ Avo di Agadir che a grandi linee corrisponde al capo villaggio.

Le mogli si davano al risveglio muscolare, Body Pumping Energizing Restructuring Fitness, i mariti imparavano a mettere meglio il Grip e lo Stance, Federico Staccioli si era già buttato all’ assalto delle ragazze del villaggio. Il primo giorno il povero Biramberti del campo pratica Svicolone stava sulle sue con tutti i suoi dubbi di non essere accettato nell’ elite del golf. Sentiva dentro al suo cuore che tutti parlavano male di lui.

Percorsidigolf.com è la piattaforma per golfisti ideata da Ravinetto

Mentre il maestro passava a controllare tutti gli swing, lentamente e con attenzione uno alla volta, Biramberti sentiva la sua fine sempre piu’ vicina, si sentiva come il toro nell’arena, sapeva che lo avrebbero infilzato di cattiverie ad ogni colpo riuscito male e che gli avrebbero inflitto il colpo di grazia proprio mentre il maestro gli avrebbe fatto lezione. Il maestro raggiunse l’ultimo zerbino, quello di Biramberti, tutti con la scusa della stanchezza e del caldo si erano radunati intorno e commentavano il brutto grip e il brutto address, il brutto backswing e il brutto finish.

II maestro era il boia e i soci la folla inferocita che gridava a squarcia gola: “dagli all’untore dagli.” Il maestro disse con malignità: “Tira una palla verso il cartello dei 100 metri”. 28 Ormai era costretto a tirare quel colpo, Biramberti avrebbe voluto scappare quando si ricordo’ del suo più grande idolo Ernesto “Che” Guevara, che dopo essersi fatto strappare la barba e tagliare le mani dai boliviani comandati da Felix Ramos, cadde esanime.

Mosso da quel coraggio che solo la disperazione puo’ tirare fuori in un uomo, cominciò il backswing e poi con gli occhi chiusi fini’ il colpo, gia’ pronto alle risate e agli insulti dei capitalisti presenti. La pallina volo’ alta e dritta, prese il cartello in pieno, ancora oggi si racconta di quell’urlo di quarantotto minuti che quel povero principiante si permise di fare in mezzo al campo da golf delle Palmerie, sembrava Tardelli ai mondiali dell ’82.

Buroni si girò verso gli altri soci ed esclamò sorpreso ed esterrefatto: “ma allora anche i poveri possono giocare a Golf!!!” Quel colpo cambiò la filosofia del circolo. Insieme il presidente Giuseppe Staccioli ed il vicepresidente Attilio Gennai misero in piedi una bozza di programma per aprire le porte del futuro Bardarolo Golf ai dipendenti comunisti ma di riservare però privilegi particolari per chi avesse un reddito superiore ai 500.000 euro annui.

Si misero anche d’accordo per riservare una stanza a tutti i soci del vecchio Royal & Ancient. Ovviamente escluso Germano Virminio Tozzi.”


Luca Ravinetto è contattabile sulla sua pagina Facebook oppure cliccando qua


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