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Golf e veleni, l’ex caddie di Tiger Woods: “Mi ha trattato da schiavo”

Come ogni sport che si rispetti anche il golf ha i suoi veleni. Ogni tanto qualcuno tracima dalle cronache sportive a quelle della redazione Esteri. L’importante è mirare in alto e colpire bene. Nel golf mirare in alto e colpire significa colpire Tiger Woods, nonostante l’ormai quasi 40enne di Cypress sia precipitato al 362esimo posto del ranking mondiale. Woods non vince una gara da oltre due anni. 

Tiger Woods

Tiger Woods e il suo storico caddie Steve Williams (Afp)

A dosare il veleno è Steve Williams, suo fidato caddie dal 1999 al 2011 e licenziato in tronco al telefono nel 2011 dopo il sexgate costato faccia e carriera a Tiger. “Out of the rough” è il libro pubblicato dal 51enne caddie neozelandese che oggi, quattro anni dopo esser stato messo alla porta, decide di raccontare quegli anni. Chi gioca, capisce sin dal titolo il tenore del volume.

“Spesso mi sentivo trattato come uno schiavo – mette nero su bianco Williams – come quando, in gara, lanciava le mazze contro la sacca ed io ero costretto ad andare a prenderle, pulirle e rimetterle a posto”.

Una schiavitù a sei zeri quella di quest’uomo. Secondo gli addetti ai lavori per recuperare quelle mazze, dispensare consigli su vento e traiettorie a uno dei campioni più grandi di sempre ha incassato tra i nove e i dodici milioni di dollari. Di milioni Tiger ne ha messi da parte circa 88 in quegli anni, i migliori della sua vita golfistica. “Quando è esploso il sexgate non l’ho sentito per quattro mesi. Ricordo l’ultima gara, il 15 novembre 2009, agli Australian Masters. Lui finisce il giro, si presenta in sala stampa e poi scappa via all’aeroporto in elicottero. In albergo ricevo la telefonata del suo agente, Mark Steinberg: ‘Domani leggerai delle cose su Tiger ed Elin Nordegren (l’ex moglie) ma non credere a nulla. E soprattutto non parlare con nessuno’. La mia vita è cambiata da quel giorno. Più lo scandalo si gonfiava più chi mi stava attorno mi credeva complice”.

Da Tiger Woods ad Adam Scott

Williams non aveva scelta: o passare da complice o passare da sprovveduto. “Ho chiesto al suo management più volte di confermare la mia estraneità alla vicenda – scrive – ma non ho ottenuto nulla: qualcuno di loro sapeva e ha taciuto. Dovevamo cadere tutti assieme. Addirittura una tizia che si spacciava per una delle tanti amanti di Tiger ha detto alla radio di aver incontrato anche me a Las Vegas. Niente di più falso. Ho chiamato quella stazione radio per offrire la mia versione ma non mi hanno mandato in onda”.

Nel marzo 2011, dopo una mail di spiegazioni, la telefonata di licenziamento.“Mi hai chiamato – dice – e mi ha detto che la nostra collaborazione era finita. Ma per me lui era un amico”.

I veleni di Williams sono comunque periodici. Lasciato per strada da Tiger Woods, Williams è stato ingaggiato dall’australiano Adam Scott. I “due” vinsero il WGC Bridgestone 2011 e Steve non perse tempo. “Ho fatto questo mestiere per 33 anni, ho vinto 145 gare – disse alla Cbs Sport – ma questa le batte tutte. E’ la migliore”. Chi c’era parla anche di un insulto razzista che volò durante la serata d’onore.

Un bel personaggio questo Williams. Ancora una volta però mai come Tiger Woods: chi vive di golf scrive che “Tiger Woods per gli americani è una celebrity, Rory McIlroy e Jordan Spieth sono solo campioni”. 

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