Tommaso Zorzetto: il golf al college, la scelta migliore possibile

Francesco Tebano riprende il nostro viaggio alla scoperta degli italiani che hanno scelto gli Stati Uniti per studiare e giocare a golf. Oggi tocca a Tommaso Zorzetto, classe 2000, tesserato per la Montecchia e iscritto alla Grand Canyon University (Phoenix, in Arizona).L’anno scolastico 2020/21 Tommaso Zorzetto è stato una matricola e ha partecipato a tre tornei. Ha avuto una media di 75.78 colpi in nove giri. Tommaso si è classificato 24esimo all’Orange County Collegiate Classic. Il suo miglior giro è stato un 70 in apertura al GCU Invitational a marzo.

Sei diventato un golfista migliore grazie al golf universitario?
“La mia esperienza universitaria fino ad ora è stata di un solo anno, ma grazie alle possibilità impensabili delle università americane sono riuscito a migliorare molto la mia consistenza di gioco. Mi sono adattato a diverse tipologie di campi. Inoltre, il livello è molto alto e la competizione altissima. Tutto ciò, mi ha dunque aiutato a diventare un migliore giocatore. Spero dunque di poter migliorare ancora molto nei tre anni restanti.”

Scegliere il college è stato meglio di diventare subito un professionista?
“Assolutamente sì. Il golf in Italia sta crescendo molto ma la competizione all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, è di un livello superiore. Tutto ciò, credo sia necessario per diventare un professionista di alto livello che può competere nei tour maggiori”.

Che consiglio daresti agli aspiranti golfisti professionisti e universitari?
“Lavorate tanto per ciò che volete perché è un’esperienza golfistica e di vita indimenticabile. Inoltre, per fare ciò è importante andare bene a scuola.”

Qual è la più grande sfida nell’essere uno studente e un golfista del college?
“Essere al passo con i ritmi richiesti. Andare bene a scuola, essere sempre pronti a praticare tutti i giorni, far palestra e stretching, tutto in maniera combinata. L’organizzazione è sicuramente la chiave perché in una giornata di ore c’è ne sono 24 e di sonno ne abbiamo bisogno tutti”. 

Che differenze ci sono tra i campi da golf italiani e quelli americani?
“Lo stile del campo cambia molto, poi dipende da che stato ci si trova. Generalizzando, il tipico layout americano è rappresentato da un campo largo, lungo, e con più difficoltà attorno e sul green. Nei campi italiani normalmente ci si trova a giocare in campi generalmente più corti e stretti. Da sottolineare però anche la differenza dell’erba che a primo impatto stupisce tanto attorno ai green.”

Tommaso Zorzetto: idea degli Usa nata nel 2015…

La famiglia quanto ti ha aiutato in questa scelta?
“La decisione è partita da me. I miei genitori non conoscevano molto le possibilità che le università americane offrono, ma mi hanno sempre supportato nelle mie scelte”.

Quando hai deciso di voler andare al college e cosa ti ha convinto?
“Era nel 2015 quando ho visto un giocatore di un college americano che era venuto a giocare gli internazionali d’Italia ad Acaya (Sean Crocker) che vinse facilmente”.

La tua passione per il golf quando nasce e come si sviluppa negli anni?
“Da piccolo non apprezzavo molto questo sport, mio padre mi convinse a provare e nel novembre del 2011 iniziai a giocare. Da quel momento in poi il golf è sempre stato una delle parti più importanti della mia vita”.

Tre cose fondamentali che hai imparato in questo primo anno al college?
Time management è una qualità chiave che ti aiuterà a non stressarti durante la tua permanenza. Andare bene in classe è molto importante e necessario per poter partecipare alle competizioni. Ultima cosa direi, è importante dare il massimo perché è una possibilità che non tutti hanno e un’esperienza che cambia la vita”.

 

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