Open d’Italia 2020 con due ex n. 1, tanti italiani e una bolla

di Sauro Legramandi – @Sauro71
Due ex numero uno del mondo, cinque past winner e una parata di giocatori italiani sono il biglietto da visita dell’Open d’Italia 2020, in calendario da giovedì prossimo allo Chervò Golf Club San Vigilio di Pozzolengo (Brescia). Un’edizione segnata dall’emergenza coronavirus: niente pubblico, niente villaggio commerciale e una “bolla anti-Covid” per seicento persone tra giocatori, staff, media e membri dell’European Tour. Due le tv che lo trasmetteranno. Al vincitore andranno 160.650 euro.

Chimenti: “Federgolf ha lavorato duro”

“Quando si pensava che l’Open d’Italia 2020 non si sarebbe giocato è arrivata la risposta della Federazione – inizia il presidente Franco Chimenti – che ha lavorato duramente per far sì che la competizione potesse disputarsi. Siamo orgogliosi di avercela fatta e questo rappresenta un successo anche in chiave Ryder Cup 2023”.

Poi il presidente stila un primo bilancio della stagione segnata dal Covid: “Secondo i dati aggiornati a settembre siamo a 85.440 tesserati di cui 3.339 neofiti. Rispetto al 2019 mancano circa seimila iscrizioni ma sono fiducioso – spiega -. E tenete presente che per due mesi importanti non si è giocato del tutto”. Poi l’annuncio: “Nel 2021 potranno esserci due Open d’Italia di golf“. Top secret la seconda sede di questa competizione. Una, per contratto, dovrà essere al “Marco Simone” di Guidonia.

Non nasconde la soddisfazione per la scelta del 2020 Pietro Apicella, presidente di Chervò Golf Club San Vigilio: “Abbiamo fatto un incredibile lavoro da agosto ad oggi e per questo devo ringraziare il mio staff. Dobbiamo lavorare insieme. Porto golfisti italiani e stranieri nel mio resort e nel comprensorio del Garda: ricordo che a 20 minuti di auto ci sono dieci percorsi qua intorno”.

Chi guarda avanti è Gian Paolo Montali, dg del progetto Ryder Cup 2023: “Le prossime tre edizioni saranno al “Marco Simone” e per questo ho seguito in prima persona l’Open 2020. Abbiamo lavorato tantissimo e, visto il Covid, posso dire a tutti di mettersi comodi e godersi l’Open visto che lo trasmetteranno Sky e Rai. Il “Marco Simone”? Le prime nove buche sono aperte da sabato ai soci, le seconde nove lo saranno a febbraio. Noi saremmo stati pronti anche per la Ryder Cup nel 2022”.

La legione straniera all’Open d’Italia 2020

Quattro i protagonisti stranieri più attesi da queste parti. Su tutti i due ex numero uno Martin Kaymer e Lee Westwood. “Kaymer ha accettato subito il nostro invito – dice Alessandro Rogato, direttore dell’Open d’Italia 2020 – spiegando che non lo fa per il montepremi ma perché il nostro è un Paese che ama e la nostra è una gara che prima o poi vorrebbe vincere”. Il 35enne di Dusseldorf è stato numero uno al mondo nel 2011, ha giocato quattro Ryder Cup e vinto due Slam, ossia il PGA Championship 2010 e lo US Open 2014.

Martin Kaymer (foto Ansa / Matteo Bazzi)

Westwood è stato tre volte giocatore dell’anno , ha giocato dieci volte la Ryder Cup ed è stato numero uno al mondo per 22 settimane. Fu lui a succedere a Tiger Woods sul tetto del ranking nell’ottobre 2010.

Occhi puntati anche sul campione uscente Bernd Wiesberger, trionfatore all’Olgiata. A caccia del back-to-back il il 35enne di Vienna ha sette titoli sullo European Tour (due Rolex Series). Non ha potuto difendere il titolo vinto nel 2018 a Gardagolf Thorbjorn Olesen, fermato dal Tour per una vicenda extra-golfistica: il danese allo Chervò ci sarà e sicuramente l’aria del Garda non potrà che fargli bene.

Altri past winner presenti sono lo svedese Karlberg (2015), il francese Julien Quesne (2013), lo spagnolo Gonzalo Fernández-Castaño ( 2007- 2012). In campo anche quattro vincitori stagionali sul Tour: Jorge Campillo, Joel Stalter, Marc Warren e George Coetzee.

Tra gli altri al via Victor Perez, Victor Dubuisson, Matt Wallace. Chris Wood, Joost Luiten, Matthias Schwab, Pablo Larrazabal, Adrian Otaegui, Adri Arnaus, Nicolas Colsaerts, Ashun Wu e Min Woo Lee.

Manassero, Paratore e gli italiani

Massiccia la presenza azzurra allo Chervò. Ci saranno praticamente tutti eccezion fatta per Francesco Molinari. Tanta, tantissima attesa per Matteo Manassero, presente alla conferenza di presentazione. Per lui parole di stima illimitata da Chimenti e Matteo ringrazia tutto e tutti. “Dopo la vittoria in Toscana ci si aspetta tanto dal sottoscritto. In quella gara, oltre al successo, ho ritrovato il piacere di stare in campo in un certo modo. Mi auguro di riprovare quella sensazione presto”.

L’Italia sarà guidata da Renato Paratore, di gran lunga il migliore in questa tribolata stagione. Con lui Guido Migliozzi, Nino Bertasio, Edoardo Molinari, Francesco Laporta e Lorenzo Gagli. E ancora: Lorenzo Scalise, Aron Zemmer, Enrico Di Nitto, Giulio Castagnara e Stefano Mazzoli. Spazio anche all’amateur Andrea Romano.

La tv e la formula

Si gioca in Lombardia per la 41esima volta in 77 edizioni dell’Open d’Italia. Al torneo parteciperanno 114 concorrenti che si sfideranno sulla distanza di 72 buche, 18 al giorno. Dopo i primi due giri il taglio lascerà in gara i primi 65 e gli eventuali pari merito. Al vincitore andranno 160.650 euro a fronte di un montepremi complessivo di un milione di euro.

La gara sarà trasmessa live su Sky Sport mentre Rai Sport manderà in onda una sintesi ogni sera e la diretta delle fasi salienti dell’ultimo giro.

Il percorso di gara

Lo Chervò Golf Club San Vigilio, a due passi dal lago di Garda, è stato fondato nel 2008 e progettato dall’architetto Kurt Rossknecht.
Vanta 36 buche, di cui nove executive e 27 da campionato, suddivise nei tre percorsi Benaco, Solferino e San Martino. Negli ultimi anni ha ricevuto diversi riconoscimenti a testimonianza della qualità non solo del percorso di gioco ma di tutto il circolo.

GOLFANDO SUI SOCIAL:
La pagina Facebook
– La community (iscriviti al gruppo)

https://golfando.tgcom24.it/open-ditalia-di-golf-2020-chervo/

Una risposta a “Open d’Italia 2020 con due ex n. 1, tanti italiani e una bolla

  1. A commento del bilancio stilato dal Presidente Chimenti, sarebbe opportuno precisare che dopo otto anni, in cui si sono continuativamente persi tesserati [da 101.817 a 89.655, per un complessivo -12%], adesso, a fronte di un’ulteriore perdita di 6.000 tessere, non sembra vero di poter dare la colpa al Covid.
    Sperariamo che, prima o poi, torni di moda la vergogna!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *