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Lee Westwood, un campionissimo o un campione senza Major?

Domanda alla Gigi Marzullo: come verrà ricordato Lee Westwood nella storia del golf? Sarà il grande giocatore che ha vinto per anni su tutti i più importanti circuiti al mondo o colui che non ha mai vinto un Major?

Lee Westwood

Lee Westwood al PGA Championship 2018 di Wentworth (Foto di Glyn KIRK / AFP)

A far tornare alla ribalta l’enigma è stata la sua straripante affermazione (in rimonta) al Nedbank Golf Challenge (European Tour) in Sudafrica. Il settimo degli otto eventi delle Rolex Series, giocatosi sul percorso del Gary Player CC (par 72), a Sun City era il penultimo nel calendario 2018. A Westwood è andato un assegno di 1.095.338 euro su un montepremi di 6.614.000 ($ 7.500.000

Lee Westood, 24 titoli sullo European Tour e sette Ryder Cup

A 45 anni Lee Westwood è tornato a vincere dopo quattro anni di digiuno, completando la stagione dei grandi ritorni come quelli di Poulter e Bubba Watson. Quella in Sudafrica è stata la sua affermazione numero 24 sull’European Tour. All’inglese la puntata invernale al caldo del Sudafricana deve piacere proprio tanto perché è la terza volta che arriva primo al Nedbank.

Weestood è uno dei pochissimi giocatori vincente su tutti i circuiti più importanti del mondo. Ha trionfanto anche due volte sul PGA Tour, quattro sul Japan Tour, sette nell’ Asian Tour, tre sullo Sunshine Tour e uno sull’ Australasia Tour. Ha partecipato a dieci Ryder Cup (sette con trofeo all’Europa), ma non è mai riuscito a fregiarsi di un major. E il rischio ormai è questo: Weestwood sarà ricordato per tutto quello che ha vinto o per non aver mai vinto un Major?

“Senza coach e con una scritta sui ferri”

E dire che il 45enne gioca in pianta stabile sullo European Tour dal 1994, proprio l’anno dopo la nascita di colleghi di tour e già numero uno del calibro di Justin Thomas e Jordan Spieth. Molti osservatori vedono in questa affermazione in Sudafrica un tocco di romanticismo: un giocatore che, nonostante passino gli anni, ci prova sempre contro tutto e contro tutti, bookmaker compresi.

Lee Westwood (Foto Afp).

Dall’alto della sua esperienza Westwood ha provato parecchi coach pur di centrare quel titolo mancante e oggi gioca praticamente da solo. “E’ vero, non ho un allenatore di questi tempi – ha detto qualche tempo fa – Ho avuto insegnanti per molto tempo e mi hanno spiegato tutto quello che c’è da sapere sul golf. Mi so analizzare e sono in grado di capire cosa va e cosa no. Ho tre o quattro alternative per il mio gioco e cerco di capire quale utilizzare a seconda della situazione”.

L’inglese spesso gira anche senza caddie. In qualche gara lo accompagna il figlio, in altre la sua donna. A un evento Ping, Lee ha candidamente ammesso un segreto. “Sui miei ferri ho scritto la distanza che copro con ognuno di loro. L’ho deciso dopo Abu Dhabi l’anno scorso perché la mia compagna mi faceva da caddie e non aveva la minima idea di che ferro passarmi. Così li ho misurati col TrackMan e l’ho scritto”

La gara: Andrea Pavan ok

A Sun City Westwood ha marcato complessivamente 273 colpi (71 69 69 64, -15).  Nell’ultimo giro ha realizzato cinque birdie sulle ultime otto buche, dopo un eagle e un birdie. Un ritmo insostenibile per Sergio Garcia (276, -12), leader per tre turni e Louis Oosthuizen (277, -11). Al quarto posto (-8) l’inglese Ross Fisher, al quinto (-7) il cinese Haotong Li e l’inglese Matt Wallace.

Ottima prova per Andrea Pavan, undicesimo, ha recuperato nove posizioni con un eagle, quattro birdie e tre bogey per il parziale di 69 (-3). Renato Paratore ha chiuso al 27esimo posto, risalendo di sette piazze con quattro birdie e due bogey per il 70 (-2).

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