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US Open 2018, DJ solo in vetta, tanti big già a casa

(sabato 16 giugno ) Selezione naturale sempre più tale allo US Open 2018 : dopo due giorni di gara una valanga di favoriti della vigilia salutano Shinnecock Hills mentre c’è solo un giocatore in testa e, soprattutto, uno solo sotto par. Si tratta di Dustin Johnson. Il numero uno al mondo ha chiuso il secondo giro in 67 colpi (-4 totale) e sembra un marziano.

US Open 2018 Il "marziano" Dustin Johnson sulla buca 3 nel secondo giro a Shinnecock Hills (foto Afp).

SOUTHAMPTON Il “marziano” Dustin Johnson sulla buca 3 nel secondo giro a Shinnecock Hills (foto Afp).

DJ ha quattro colpi di vantaggio sugli inseguitori, ossia Scott Piercy e Charley Hoffman, in par dopo 36 buche. Visto il primo giro di giovedì da encomio le rimonte di Koepka (campione uscente) e Fleetwood: i due fanno parte infatti del gruppetto di cinque giocatori a +1. Nei primi dieci anche Stenson, Rose, Henley e Fowler.

Francesco Molinari ha passato il taglio. Venerdì ha chiuso in 72, è a +7 ma l’importante per ora era rimanere in gara. E’ 45esimo e, soprattutto se il tempo non dovesse fare le bizze, la sua classifica potrà solo migliorare.

Gli esclusi

Fanno notizie le vittime eccellenti di questo percorso da major disegnato dalla USGA. Salutano lo US Open 2018 giocatori del calibro di Jordan Spieth (fuori per un solo colpo, fatali le ultime due buche) e Graeme McDowell (+9). Fuori Tiger Woods e Rory McIlroy, appaiati a +10. Addio major anche per Garcia (+14), Rahm (+15), Willett e Day (+12) nonché Bubba Watson (+11).

Il primo giorno

Più che un major sembrava una Via Crucis: la prima giornata dello US Open 2018 è stata contrassegnata da un percorso al limite e da un vento con raffiche fino a 32 miglia orarie. Morale della favola: solo quattro giocatori sono scesi sotto il par a Shinnecock Hills GC (par 70) di Southampton (New York). Gli altri hanno distanze abissali ma quasi tutti hanno la possibilità di rientrare. Il taglio previsto è a +5.

SOUTHAMPTON Russell Henley controlla il sand all’ultima buca del primo giro dello US Open 2018 (Foto Afp).

In vetta dopo 18 buche di US Open 2018 ci sono Dustin Johnson, Russell Henley, Scott Piercy e Ian Poulter: per  loro un giro in 69. Quindi Jason Dufner in par. Buon passo per Henrik Stenson e Justin Rose, sesti (+1). Hanno limitato i danni Rickie Fowler e Patrick Reed, 19esimi (+3) mentre Justin Thomas è 37esimo (+4).

Francesco Molinari è al 46esimo posto con 75 colpi (+5), come il campione uscente Koepka, Fleetwood e Garcia. Chicco, con un birdie in avvio, è rimasto in buona classifica fino alla sesta buca: poi ha subito le bizze del vento. Dalla settima si è gravato di sette bogey e un solo altro birdie.

Un grosso in bocca al lupo a Phil Mickelson, 88esimo (+7). Peggio (+8) ancora hanno fatto Woods, Spieth, Rahm e Scott. Da incubo il primo giro di Day, 114esimo (+9) e McIlroy, 128esimo (+10).

US Open 2018: due belle storie

In mezzo a una Caporetto simile, spicca il 74 di Matt Parziale, 31 anni, vigile del fuoco della Ladder Company 1 di Brockton al suo secondo major, dopo il Masters. Per un dilettante non è cosa di tutti i giorni marciare al passo con Justin Thomas, numero uno al mondo fino a sette giorni fa. Nel suo score un birdie, tre bogey e un doppio bogey.

SOUTHAMPTON Garrett Rank sulla buca 10 dello US Open 2018 (foto Afp).

Onore della cronaca anche a uno degli altri carneadi, Garrett Rank, di professione arbitro della National Hockey League, arrivato qua con una prequalifica. E’ 148esimo con 83 colpi (+13) come Martin Kaymer. Il tedesco di major ne ha vinti due…

Tiger Woods: “Il putter non mi ha aiutato”

Tiger Woods ha perso subito quattro colpi con un triplo bogey e un bogey, poi ha continuato con un birdie e un bogey, ma è affondato nel finale con due doppi bogey. “Il vento – ha detto – ha condizionato il mio primo colpo, poi ci ho messo del mio con un paio di errori e questo spiega la mia brutta partenza. Dopo ho provato a chiudere in par le altre 16 buche. Mi sarei accontentato, ma non è andata così. Peraltro il putter non mi ha assistito”. Quindi ha ricordato come Raymond Floyd nel 1986 conquistò il titolo dopo un 75 in apertura e ha concluso: “Credo che il campo anche questa volta ci stia portando verso una soluzione simile”.

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