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Monza caput golf: l’Open d’Italia ancora tre anni al “Milano”?

Le diciotto buche dell’ Open d’Italia 2017 (ma anche del 2016 e del 2015) stanno per diventare l’ombelico del golf italiano. Il “Milano” ha infatti appena salutato lo European Tour e 73mila spettatori ma potrebbe rimboccarsi le mani molto presto. Anzi subito perché il prossimo Open d’Italia non si giocherà dopo l’estate. Nel nuovo calendario la gara nostrana delle Rolex Series è stata anticipata al mese di maggio.

Open d'Italia

Armando Borghi, Roberto Maroni, Franco Chimenti, Tyrrell Hatton, Lorenzo Scalise, Giovanni Malagò, Francesco Molinari (foto Ansa)

Ieri pomeriggio infatti, al termine della premiazione di Tyrrell Hatton, il presidente federale Chimenti l’ha toccata piano, come si dice in gergo. “Proporrò ancora Monza come sede del prossimo Open d’Italia” ha annunciato Chimenti.

L’uscita del numero uno di Federgolf, rilanciata dalle agenzie di stampa, è stata la risposta all’intervento di Roberto Maroni. Il presidente della Lombardia aveva manifestato la disponibilità della Regione ad ospitare l’Open per altri tre anni. Il leghista ha però invitato Chimenti a “mettersi una mano sul cuore“. Il riferimento era al portafogli: la Regione a luglio ha stanziato 500mila euro per l’edizione 2017.

Open d’Italia, sede decisa per almeno cinque anni?

Non sappiamo se si metterà la mano sul cuore ma Chimenti ha speso parole importanti in una cerimonia pubblica. Fermi tutti: facile ritornare indietro di un anno quando, nella stessa occasione, il presidente diede appuntamento all’Olgiata. Poi sappiamo come è andata a finire per l’Open d’Italia 2017. Proprio per non ripetere gli errori passati, Chimenti potrebbe approfittare dell’assist di Maroni (il cui mandato scade nel 2018, salvo riconferma elettorale).

Oggi le parole di Chimenti hanno un peso specifico diverso, quantomeno pari a quelle di Maroni. Il numero uno della Federazione si è esposto al termine di una manifestazione sportiva seguita da 73mila persone e riuscita molto bene mediaticamente.

Se andasse in porto l’intera operazione (l’Open d’Italia al “Milano” per il triennio 2018-20), il problema di cercare una sede adeguata – anche logisticamente – a una gara da sette milioni di dollari slitterebbe al 2023, anno primo dopo la Ryder Cup in Italia. Il contratto infatti prevede che due open nazionali precedenti alla Ryder si giochino sul campo ospitante.

E i soci del “Milano” che cosa diranno?

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