Doping nel golf, la Wada sanziona sei professionisti: tre sono italiani

L’ombra del doping si allunga sul mondo del golf: nel “2014 Anti-Doping Rule Violations”, il rapporto annuale della Wada (ecco la versione Pdf), ci sono sei casi di professionisti sanzionati per doping. Tra loro tre italiani, un francese, un sudcoreano e un sudafricano. Due nostri connazionali hanno fatto uso di sostanze vietate, un terzo è stato scoperto probabilmente “senza dover ricorrere ai test clinici”. Nel 2013 un solo professionista, un colombiano, era stato sanzionato per aver violato il codice. Massimo il riserbo sui nominativi emersi su 507 atleti controllati nel 2014.

Dopo aver diffuso i dati, l’Agenzia Mondiale per la lotta al Doping, ha inoltre fatto sapere che a tredici settimane dalle Olimpiadi, intensificherà i controlli sui giocatori nel giro olimpico: certo che tornare ai Giochi dopo 112 anni di assenza e farsi notare per il doping non sarebbe proprio il massimo…pallina genericaDi fatto questi dati riportano in prima pagina la relazione tra golf, doping e controlli,  un rapporto secondo molti ancora da incrementare. Ne è convinto anche Dick Pound, ex numero uno proprio della Wada che, in Scozia, si è lasciato scappare tutti i dubbi attorno a golf e doping. “Vanno introdotto misure più stringenti – ha detto l’uomo che ha collaborato a scoprire lo scandalo doping in Russia – Abbiamo visto la trasformazione fisica dei giocatori e abbiamo visto come la pallina percorra distanze più lunghe: sappiamo che gli allenamenti e palline sono migliori ma questo non basta a spiegare certi cambiamenti. Certi infortuni non si spiegano”.

Dick Pound, ex numero uno di Wada (foto Afp)

Del problema Pound ha detto di averne parlato anche con il commissioner PGA, Tin Finchem: “Uno sport che si vanta di non aver arbitri in campo – ha dichiarato al quotidiano Scotsman – non dovrebbe perdere l’occasione di fugare ogni dubbio di trucchi”. Pare che la risposta sia stata disarmante: “Se lo facessi tutti penserebbero che i miei ragazzi sono come i giocatori di baseball o di football americano. Io non voglio che la pensino così”. Ovviamente Finchem non ha mai confermato una risposta del genere.

Il doping nel golf pare infatti non essere controllato allo stesso modo ovunque si giochi. Per assurdo si può essere più tenuti d’occhio in un circuito minore europeo che sul PGA Tour. Sul Tour infatti non sono ammessi i prelievi di sangue sugli atleti perché si pensa che possano provocare ematomi e indebolire braccia e corpo (peccato che si tratti di prelievi non di trasfusioni…) Il test delle urine non comprende tutta la gamma di sostanze dopanti.

Secondo Pete Madden di Golf.com la PGA sostiene di effettuare controlli sia durante che dopo le gare ma gente come Tiger Woods, Phil Mickelson e Rory Mc Ilroy nel 2013 (tre anni fa, non trenta) dissero di non essere mai stati controllati.

SEGUI GOLFANDO SU FACEBOOK

TU CHIEDI… E IL MAESTRO RISPONDE

GIOCHI ANCHE TU? CLICCA E FINISCI LA FRASE: “GIOCO A GOLF PERCHE’…”

“GIOCO A GOLF PERCHE’…” – IL RACCONTO DEI LETTORI

RYDER CUP 2022 – HAI GIOCATO AL “MARCO SIMONE”? CLICCA E RACCONTA

IMBUCATO – IL SELFIE DEL GOLF

IMBUCATO SPECIALE – IL SELFIE DEI PRO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *