Golf e superstizione: Tiger uomo in rosso. Els mangia-palline, Nicklaus e le monete…

Non è vero ma ci credo: la superstizione non risparmia i golfisti dilettanti, figuriamoci i pro. Vi siete mai chiesti perché Tiger Woods chiuda qualsiasi quarto giorno di gara sfoggiando sempre una maglietta rossa? Esatto: per superstizione, come lui stesso ha candidamente confessato qualche tempo fa.  “L’ho sempre fatto dai tempi del college e dai primi giri in campo – ha detto Tiger – e ha funzionato. Perché cambiare?”. Appunto, perché cambiare vista che il color rosso-Tiger è passato alla storia come “Victory Red”, in virtù di 80 vittorie sul tour, 14 major e un centinaio di altri titoli nella bacheca di Woods.

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Scaramanzia colorata anche per Paula Creamer, meglio conosciuta nel circuito come Pink Panther per il vezzo di giocare il giro finale vestita di rosa. “Amo il rosa” dice lei tentando di mascherare la superstizione. Oltre alla maglietta, Creamer gioca con palline e grip rosa.

Ernie Els e Davis Love III sono, a loro modo, più maniaci. Il sudafricano ha un rapporto speciale con ogni singola palla: la getta via dopo ogni birdie. Motivo? “Lei ha già dato il meglio di sé, quindi ora è inutile”. Proprio così. Dati alla mano, Big Beard nel 2013 ha messo a segno 259 birdie in gare ufficiali: pensate quante palline sono finite chissà dove.

Love III, come ogni comune golfista mortale, ha sempre usato delle monete per segnare la pallina sul green. Ma non tutte le monete portano bene e il 50enne di Charlotte ha deciso di ricorrere ai penny coniati prima del 1970. In tasca il capitano di Ryder nel 2012 aveva  penny degli anni Sessanta, possibilmente coniati nel ’65 o nel ’66.

Sempre in tema di palline, Retief Goosen e Karrie Weeb sono accomunati dallo stesso “vizio”: il numero per riconoscere la propria pallina. Lui e lei iniziano il giovedì con una palla con il numero 4 impresso (stampato o scritto a mano) mentre al venerdì tocca al 3. Se si passa il taglio, entra in gioco la numero 2 e la 1 per il gran finale.

Anche il campione dei campioni, Jack Nicklaus, era superstizioso e si preoccupava delle monetine ma più regolare rispetto a Davis Love III: Nicklaus ha sempre girato con tre monetine in tasca. Poco importa se fossero penny o cent: bastava fossero in numero di tre.

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